A cura della Dott.ssa Annalisa Barbier
Il narcisismo (disturbo narcisistico di personalità – NPD) viene definito dal DSM-IV come: “un quadro pervasivo di grandiosità o grandeur (nella fantasia o nel comportamento), necessità di ammirazione e mancanza di empatia, che compare entro la prima età adulta ed è presente in una varietà di contesti”.
Nel disturbo narcisistico il soggetto è assorbito da preoccupazioni relative a:
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La percezione di sé
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Come gli altri lo percepiscono
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Dalle gratificazioni legate alla vanità e all’ammirazione da parte di altri per le proprie caratteristiche (fisiche o di altra natura).
Esistono alcune precise caratteristiche della personalità e dell’atteggiamento di chi ne è effetto, che ci danno l’immagine di una persona manipolativa, incapace di empatia, anaffettiva, con una considerazione di sé irrealisticamente gonfiata e la tendenza a sfruttare gli altri a proprio vantaggio, percependosi migliori e superiori.
I social media (SM) rappresentano attualmente lo scenario – anzi il palcoscenico – ideale sul quale il narcisista può mettersi in mostra dando il meglio di sé: attraverso fotografie, aggiornamenti di stato commenti e condivisioni è possibile infatti dare di sé l’immagine perfetta e superiore che si desidera, rendendo virtualmente impossibile la disconferma delle tante qualità paventate, raccogliendo consensi e complimenti.
Gli studi (http://www.bestcomputerscienceschools.net/selfies) condotti sul legame esistente tra narcisismo ed i comuni comportamenti tenuti sui social media (SM) come ad esempio il selfie (definito dall’Oxford Dictionary come: “una fotografia che una persona ha fatto di se stessa, normalmente con uno smartphone o una webcam, e poi ha pubblicato su uno dei social media”), gli aggiornamenti di stato, i post e i commenti mostrano che:
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Le persone che utilizzano di più i social media come Facebook , sono anche le stesse che tendono maggiormente a ricevere diagnosi di disturbo narcisistico di personalità o a soffrire di insicurezza
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Quelli con i più alti punteggi nelle scale di valutazione del narcisismo, sono proprio coloro che aggiornano frequentemente il proprio stato, postano fotografie di sé e pubblicano frasi finalizzate a glorificarli (su un campione di users dai 18-25 anni valutato tramite il Narcissism Personality Inventory ed il Rosenberg Self-Esteem Scale).
Un fenomeno che sta prendendo piede in maniera sempre più evidente sui SM è quello del “selfie”: cioè della foto-autoritratto scattata col telefonino, da postare immediatamente affinché tutti la possano vedere. Si tratta anche in questo caso di un fenomeno che tradisce il desiderio ed il piacere di apparire, di mostrarsi e di mostrare qualcosa di sé valutato come positivo e degno di essere condiviso. Alla ricerca di “like”: approvazione, condivisione e complimenti che possano confermare l’immagine e l’idea che si vuole dare di sé, il compulsivo pubblicatore di “selfie” appare come l’ennesimo fragile personaggio in cerca di approvazione.
Che relazione intercorre dunque tra narcisismo patologico e selfie? Certamente la lettura favorita dai media è quella che collega i due fenomeni in quanto manifestazioni parallele di uno stesso obiettivo: essere celebrati dal pubblico dei fan. Che si tratti o meno di un personaggio pubblico, ogni utente infatti ha il suo stuolo di ammiratori ai quali dare in pasto foto, pensieri ed affermazioni sulla propria personale visione del mondo.
Negli Stati Uniti, dove si inventano malattie a tutto ed esclusivo beneficio delle multinazionali farmaceutiche (vedi anche revisioni del DSM-V), si è già iniziato a parlare di “Selfie-Syndrome” come di un disturbo che colpisce le persone eccessivamente preoccupate della propria immagine digitale sui SM. Tra queste certamente possono essere annoverati i narcisisti patologici.
Quindi il legame appare evidente: la possibilità di pubblicare a getto continuo foto di sé valutate positivamente, permette al narcisista di ottenere quella “notorietà”, quell’esposizione mediatica e quella raccolta di ammirazione ed approvazione che rappresentano per questo individuo una fonte fondamentale di rassicurazione e gratificazione, preoccupato com’è di apparire ed essere ammirato.
Ma è corretto pensare che i SM ci rendano più narcisisti?
Personalmente, anche considerando i risultati dello studio più conosciuto in materia (http://www.bestcomputerscienceschools.net/selfies/), credo che si tratti che dei SM si fa: il resto è atteggiamento. Tendenza. Curiosità. Divertimento. Non credo infatti che la possibilità di postare liberamente foto e aggiornamenti di stato, mostrandoci quindi al “pubblico”, ci renda più bisognosi di ammirazione, ci faccia sentire migliori di altri e maggiormente concentrati sull’immagine che gli altri possono avere di noi. Ne considero conferma il fatto che non tutti gli utenti dei SM ne fanno un uso smisurato e compulsivo.
Credo piuttosto che la possibilità di questa esposizione del “sé idealizzato” virtuale, contemporanea e costante si coniughi con il patologico bisogno di ammirazione del narcisista laddove, permettendogli di amplificare a dismisura il palcoscenico sul quale mostrarsi, gli rende possibile ampliare il raggio di raccolta di consensi e di esposizione della propria presunta specialità.
E voi, che ne pensate?
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