LA TRAPPOLA DELLA DIPENDENZA: convinti di non farcela da soli

INTRODUZIONE

Scritto da: dott.ssa Annalisa Barbier

 

Come ho scritto nel mio precedente articolo sullo schema di VULNERABILITA’, uno schema disfunzionale è un modello di funzionamento psicologico generale e pervasivo che nasce durante l’infanzia o nella prima adolescenza, si stabilizza e solidifica nella prima età adulta ed influisce poi su tutto il resto della nostra vita adulta.

Questi schemi inducono in noi modalità di interpretazione e comportamento specifiche. Essi infatti influiscono sul  modo in cui interpretiamo ed affrontiamo ciò che ci accade: sui i nostri pensieri e le nostre sensazioni, sul modo in cui ci relazioniamo con gli altri e sui nostri comportamenti, e sono in grado di suscitare emozioni spiacevoli molto forti come ansia, paura e rabbia. Ogni schema si attiva – o si “COSTELLA” solo in presenza di determinate circostanze o situazioni che richiamano alla memoria il trauma che lo ha originato.

Uno schema comprende dunque:

  • Pensieri
  • Ricordi e memorie anche sotto forma di immagini
  • Aspettative su di sé e sugli altri
  • Emozioni
  • Sensazioni fisiche
  • Comportamenti

COME ORIGINA UNO SCHEMA DISFUNZIONALE?

Tipicamente, uno schema disfunzionale  o “TRAPPOLA” (J.Young e J.Klosko, 2004) si crea in seguito qualcosa di spiacevole che ci viene detto o fatto dalla nostra famiglia di origine, o da altri bambini: abusi, mancanza di cure da parte delle figure di accudimento, abbandono o morte di un genitore, iperprotettività ed ipercontrollo da parte dei genitori, critiche continue e svalutazioni, emarginazione e bullismo da parte dei pari. Dunque origina come tentativo di risposta e protezione ad una o più esperienze negative, si imprime nella nostra mente e diventa parte di noi, del modo in cui consideriamo noi stessi, gli altri e il futuro.

 


LO SCHEMA DELLA DIPENDENZA

Lo schema della DIPENDENZA origina quando il bambino vede frustrati alcuni BISOGNI EMOTIVI di base molto importanti: quelli di AUTONOMIA, COMPETENZA E SENSO DI IDENTITÀ, sperimentando lo svilimento del proprio senso di identità e delle proprie capacità di essere autonomo e in grado di farcela anche da solo. Esso induce le persone che ne soffrono, a considerarsi incapaci di fare fronte agli impegni e alle sfide: dalle incombenze più semplici e comuni della vita quotidiana a quelle più impegnative ed importanti, che vanno dalla sfera professionale a quella personale. Se avete questa trappola, potreste ritrovarvi spesso a pensare di non essere in grado di farcela da soli, che è meglio chiedere aiuto e sostegno a qualcuno, che la vostra capacità di giudizio è inaffidabile, che avete assolutamente BISOGNO di qualcuno che faccia le cose per voi o vi accompagni o guidi.

I vostri pensieri negativi tipici potrebbero essere ad esempio: “Non sono in grado di farlo”, “Non sono capace di affrontare le mie responsabilità”, “Non posso andare avanti da solo”, “Devo assolutamente avere qualcuno accanto”, “da solo non sono in grado di decidere al meglio” ecc.

Un aspetto importante attraverso il quale si può manifestare la trappola della dipendenza è quello dellINDECISIONE: cioè una pervasiva e bloccante difficoltà a decidere autonomamente, dovuta alla scarsa fiducia nella propria capacità di giudizio. In questi casi la persona che ha la trappola della dipendenza richiede eccessivamente e con sollecitudine l’opinione degli altri, chiedendo continuamente consiglio da una persona all'altra. Tale mancanza di fiducia in se stessi può rendere queste persone particolarmente SPAVENTATE DAL CAMBIAMENTO  e dedite al tentativo di far sì che tutto resti sempre uguale.



EVITAMENTO E MANCATO SVILUPPO DI COMPETENZE E CAPACITA'

Spesso, chi ha la trappola della dipendenza, partendo dalla convinzione di essere incapace o di non potercela fare da solo, tende ad EVITARE tutte quelle situazioni in cui dovrebbe agire autonomamente, per paura di non essere in grado di farcela. Così chiede aiuto e sostegno, se non addirittura che qualcun altro agisca o decida al suo posto. In questo modo tuttavia si priva della possibilità di IMPARARE le abilità che non ha sviluppato e di imparare a cavarsela da solo, innescando un meccanismo circolare che rinforza la convinzione di essere incapaci e non in grado di rendersi autonomi (VEDI IMMAGINE). In poche parole, si tratta di una specie di RESA allo schema, come se davvero non fosse possibile alcuna altra soluzione al di fuori della dipendenza dall'altro.  

Ecco alcuni comportamenti tipici di chi si arrende allo schema della dipendenza rinforzandolo, cioè non mettendosi nella condizione di imparare ad essere maggiormente autonomo (J. Young e J. Klosko, 2004):

  • rivolgersi continuamente a persone ritenute più sagge e preparate per avere consiglio e guida
  • minimizzare i propri successi evidenziando fallimenti e difetti
  • evitare di affrontare sfide e novità da soli
  • non prendere decisioni in modo autonomo
  • non avere mai vissuto da soli per un periodo significativamente lungo
  • ignorare come svolgere molte questioni pratiche della vita quotidiana: dalla banca alle bollette, ad altre questioni burocratiche
  • non occuparsi della propria situazione finanziaria
  • avere paure e fobie che non si vogliono affrontare
  • vivere all'ombra del partner o dei genitori
  • evitare di stare da soli, fare cose da soli o viaggiare da soli
  • dipendere dai propri genitori molto più della maggior parte dei coetanei

LE ORIGINI

LO SVILUPPO DELLA TRAPPOLA IN UN AMBIENTE IPERPROTETTIVO (J. Young e J. Klosko)

Lo schema disfunzionale di DIPENDENZA  frequentemente origina da un comportamento iperprotettivo o sostitutivo dei genitori, che tendono a sostituirsi al bambini nelle attività che dovrebbe imparare a fare da solo per evitare che sbagli, faccia le cose non benissimo o si possa far male. 

  1. i genitori iperprotettivi trattano il figlio come se fosse più piccolo dell'età che ha 
  2. prendono ogni decisione ed agiscono al posto del figlio
  3. si occupano di ogni minimo dettaglio della vita del figlio al punto che questi non impara mai a badare a se stesso
  4. fanno i compiti al posto del figlio
  5. danno poche o nessuna responsabilità al figlio
  6. il figlio si allontana raramente dai genitori e ha uno scarso senso di sé come persona separata
  7. criticano opinioni e competenza del figlio nei compiti quotidiani
  8. quando il figlio intraprende compiti nuovo, i genitori interferiscono giudicando o eccedendo nel dare suggerimenti e istruzioni
  9. fanno sentire il figlio troppo al sicuro al punto che questi non sperimenta mai il rifiuto né il fallimento finché non va a vivere da solo
  10. hanno molte fobie e mettono continuamente in guardia il figlio contro i pericoli

LO SVILUPPO DELLA TRAPPOLA IN UN AMBIENTE INSUFFICIENTEMENTE PROTETTIVO

Un comportamento insufficientemente protettivo è l'altro elemento che può dare origine alla trappola della dipendenza soprattutto nella forma della CONTRODIPENDENZA, sopra spiegata. In questo caso i genitori non forniscono sufficiente protezione al figlio e questi crescerà con la sensazione di essere poco protetto, che si porterà dietro per tutta la vita, e che cercherà d contrastare eccedendo nella pretesa di autonomia e indipendenza da tutti.

  1. il figlio non riceve dai genitori una guida concreta e un orientamento sufficienti
  2. deve prendere da solo decisioni troppo impegnative e difficili per la sua età
  3. deve comportarsi da adulto nella sua famiglia anche quando, nel suo intimo, continua a sentirsi un bambino piccolo
  4. ci si aspetta dal bambino che faccia o conosca cose improbabili o troppo difficili per la sua età

COME VIENE AFFRONTATO ?

Si può reagire alla presenza di uno schema disfunzionale utilizzando 3 possibili modalità di fronteggiamento:

  1. RESA: la persona si comporta accettando completamente le convinzioni dello schema disfunzionale, come se non fosse possibile modificare certe convinzioni e certi atteggiamenti.
  2.   FUGA: la persona mette in atto strategie più o meno consapevoli, finalizzate ad evitare le emozioni spiacevoli attivate dallo schema: allontanando emozioni e pensieri spiacevoli ed evitando persone, attività e contesti in grado di attivare lo schema.
  3. IPERCOMPENSAZIONE: mettendo in atto scelte, strategie e comportamenti (più o meno consapevolmente) finalizzati a contrastare lo schema, agendo per fare l’opposto di quello che “suggerisce” lo schema disfunzionale. Nel caso della dipendenza quindi, vedremo una persona che agisce in modo ECCESSIVAMENTE AUTONOMO, affermando di avere assolutamente bisogno di nessuno e di sapersela cavare sempre e completamente da sola (in questo caso si parla di "controdipendenza").

COME SI MANIFESTA?

Le persone dalle quali si dipende quando si ha questa trappola possono essere diverse: i propri genitori, fratello o sorelle, amici intimi, insegnanti, coniugi, terapeuta o altre figure. 

Frequentemente, la persona dalla quale si dipende di più è il partner e si tende a scegliere persone che abbiano caratteristiche complementari che favoriscono la dipendenza. Ecco alcuni utili campanelli d'allarme per capire se il partner sta attivando il vostro schema della dipendenza (J.Young e J.Klosko, 2004), che mostrano come il partner a volte, abbia caratteristiche simili a quelle dei vostri genitori:

  • Il partner è una figura genitoriale protettiva
  • non sembra quasi mai spaventato, insicuro o vulnerabile
  • vi fidate del suo giudizio più che del vostro e di fatto è lui/lei a prendere la maggior parte delle decisioni
  • al partner sembra piacere trattarvi come bambini e prendersi cura di voi
  • quando dovete intraprendere qualcosa di nuovo chiedete consiglio al partner, anche se non ha una reale competenza in materia
  • vi accorgete che perdete il senso della vostra individualità quando siete con il partner
  • il vostro partner critica regolarmente le vostre opinioni, gusti e la vostra competenza nelle cose di tutti i giorni
  • è il vostro partner a provvedere il denaro  e ad occuparsi delle questioni finanziarie ed economiche della famiglia

USCIRE DALLLO SCHEMA DI DIPENDENZA

 

 

 

Gli schemi disfunzionali o trappole, possono essere modificati anche profondamente, permettendo di liberarsi dalla sofferenza psicologica e della riduzione di libertà cui spesso essi si accompagnano.

 

 

 

 

 

 

 

Occorrono alcuni passaggi fondamentali:

  • Acquisire la consapevolezza di avere uno schema disfunzionale che influisce sulla vostra vita
  • Comprenderne le origini
  • Osservare quando si attiva e riconoscere i campanelli di allarme che vi fanno capire che si sta attivando (sono diversi a seconda dello schema disfunzionale)
  • Imparare a contrastarlo e a renderlo meno pervasivo modificando pensieri, immagini e comportamenti ad esso legati.

 

Gli autori e ideatori della Schema Therapy J. Young e J. Klosko, suggeriscono alcuni passi indispensabili per aiutarvi ad uscire dalla trappola della dipendenza, finalizzati a: 

  • acquisire maggiori capacità ed abilità di fare fronte alle attività e alle responsabilità che avete sempre preferito demandare ad altri;
  • rendervi più fiduciosi nelle vostre personali capacità di agire, risolvere e decidere;
  • Imparare ad assumervi la vostra parte di responsabilità nelle scelte e nelle decisioni

Ecco i suggerimenti forniti dagli autori per modificare la trappola della dipendenza:

  • diventate CONSAPEVOLI del vostro schema di dipendenza
  • entrate in contatto col BAMBINO DIPENDENTE che è in voi
  • passate in rassegna tutte le relazioni precedenti cercando di chiarire in che modo erano collegate al vostro schema di dipendenza
  • elencate le trappole da evitare per rompere lo schema (vedi sopra la sezione “come si manifesta”)
  • fate una lista delle decisioni, attività e dei compiti della vita quotidiana in cui siete dipendenti dagli altri e che evitate di fare da soli
  • fate una lista delle vostre paure e fobie e dei cambiamenti che non avete mai affrontato perché vi spaventano
  • accettate gradualmente nuove sfide e responsabilità, sul lavoro e nella vita quotidiana o familiare
  • non pretendete di essere sempre aiutati dagli altri
  • evitate di chiedere sempre consigli e rassicurazioni
  • impegnatevi ad accettare le piccole sfide e i compiti quotidiani e a risolverli da soli, iniziando dalle cose più facili e via via procedendo co quelle che vi sembrano più difficili e vi spaventano di più
  • smettete di cercare partner o amici che vi trattino come bambini e che si sostituiscono a  voi nelle scelte e nelle decisioni e nella gestione della vita quotidiana
  • attenzione ai partner che suscitano in voi una notevole e immediata attrazione: se avete la trappola della dipendenza, potrebbero essere proprio i partner  iperprotettivi o decisionisti che vi impedirebbero di crescere ed assumervi le vostre responsabilità
  • imparate a tenere nota di tutti vostri passi avanti nel diventare più autonomi e responsabili e gratificatevi per averli fatti!

 ARTICOLI CORRELATI: la dipendenza affettiva; come acquisire maggiore autostima; il sentiero verso la felicità; le ferite psicologiche e le maschere

 

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Commenti: 8
  • #1

    Irene (martedì, 13 settembre 2016 23:39)

    Grazie. Per ora, grazie per queste spiegazioni. Comprendere il meccanismo è il primo passo.

  • #2

    francesco (venerdì, 14 ottobre 2016 11:02)

    Articolo molto interessante.. sto cercando di darmi una scossa andando a vivere da solo.. spero tanto di riuscire a fare il passo!

  • #3

    Ilaria (giovedì, 31 agosto 2017 19:08)

    Buonasera,
    Volevo sapere se potevate consigliare dei libri a riguardo.

  • #4

    Gabriele (domenica, 30 agosto 2020 12:03)

    Salve. Io ho preso la responsabilità di andare a vivere da solo e di un lavoro da libero professionista a 30 anni. È molto difficile e giorno dopo giorno conosco parti di me che mai avevo considerato. Molta strada è stata fatta ma molta ne rimane da fare! Una sfida che vale la pena affrontare.

  • #5

    PAOLO (lunedì, 07 settembre 2020 11:24)

    Mi rendo conto che mi identifico in questa mia parte bambina vulnerable e dipendente in momenti in cui devo prendere decisoni importanti per la mia vita...

  • #6

    silvia (giovedì, 12 gennaio 2023 12:02)

    grazie questo articolo è bellissimo

  • #7

    Irene (sabato, 21 gennaio 2023 13:35)

    Mi sono letteralmente identificata! Adesso ho un bimbo a cui pensare e questo senso di inadeguatezza diventa sempre più intenso. Temo di non essere all'altezza: non so cucinare, non sono pratica in nulla. Ci sono libri che si possono leggere sull'argomento?

  • #8

    Claudio.trenti63@gmail.com (martedì, 30 luglio 2024 15:14)

    Ho paura di non farcela da solo e ho attacchi di panico se sono da solo ho una compagna ma vivo nel terrore di essere lasciato