TRADIMENTO, AMORE E OMBRA

Riporto oggi uno stralcio tratto dal bellissimo libro di Aldo Carotenuto "amare Tradire".

La riflessione che l’Autore svolge, sul modo in cui gli aspetti della nostra persona (e personalità) nascosti, inaccettabili e negati si riflettono violentemente ed involontariamente nella vita sentimentale, è davvero illuminante.

Non riporterò l’intero capitolo – costituito di molte pagine – ma soltanto alcuni passaggi fondamentali per la nostra personale riflessione.

Non mi resta che augurarvi buona lettura!

…Il bambino appare in verità uno “strumento” drammaticamente ricattabile. E la crescita sembra dover passare necessariamente attraverso l’esperienza di questo ricatto; anche i genitori più presenti e responsabili infatti possono commettere delle ingiustizie, senza rendersene conto possono ferire il figlio nella sua totale vulnerabilità e inermità. Non parliamo poi della distruzione gravissima che genitori immaturi, inconsapevoli e perseguitati dai loro sensi di inferiorità possono infliggere al bambino, usandolo e sfruttandolo come un oggetto, come un’appendice e come uno strumento  di compensazione.

Lo sviluppo dell’uomo si realizza dunque anche attraverso il ricatto.

Il ricatto dei genitori fa leva sull’incondizionata adorazione che i figli provano verso di lui. I bambini sono pronti a tutto pur di no perdere la loro approvazione, la loro protezione, il loro amore. Sono pronti a “dimenticare” ogni ingiustizia, ogni violenza loro fatta pur di salvare l’immagine buona della mamma e del papà. Un bambino non può sopravvivere senza questa immagine buona, perché farne a meno equivarrebbe, da un punto di vista psicologico, a esperire lì’abbandono totale e la morte.

Spesso l’esigenza di conservare una immagine idealizzata del genitore fa sì che vengano rimossi tutti i sentimenti negativi, spesso legittimi, provati contro di loro: l’indignazione di essere stati umiliati, il risentimento per essere stati ignorati, fraintesi, presi in giro, sfruttati, mai ascoltati.

La stessa situazione sentimentale viene rivissuta da adulti in particolari situazioni emotive, per esempio quando, amando una persona, si è disposti a fare tutto ciò che essa chiede, senza alcuna possibilità di stare dalla propria parte, di capire di che cosa si avrebbe veramente bisogno, di dare spazio al proprio desiderio e alle proprie richieste (configurandosi in tal modo un quadro di dipendenza affettiva ed “amore malato” ndr. ). assai drammaticamente questa situazione si può ripresentare nell’analisi; non tutti gli analisti sono in grado di svolgere il loro mestiere adeguatamente, proprio come i genitori; e alcuni pazienti, come i bambini coinvolti in un rapporto emotivo profondissimo, hanno serie difficoltà  a prendere atto della inadeguatezza dell’analista. La tendenza infantile di salvare l’immagine del genitore è all’opera in tutta la sua diabolicità, soltanto che ora il sostituto del genitore è diventato  il terapeuta.

Lo stesso può accadere con i partner, con gli amanti, con gli amici: se riflettiamo un momento su quanto andiamo dicendo, vediamo che, pur senza nominarlo, stiamo parlando ancora di una particolare sfaccettatura del tradimento. Noi siamo ricattabili soprattutto perché le persone che ci stanno intorno proiettano in modo inconsapevole su di noi quegli aspetti di se stessi che non riescono a vivere direttamente; i genitori proiettano sul proprio figlio l’ombra che non possono (e non vogliono ndr) riconoscere nella propria vita.

Accade sovente che dei genitori “perfetti” sul piano sociale e mondano lamentino la sventura di un figlio disgraziato, incomprensibilmente autodistruttivo, o violento o fannullone: in linea generale possiamo dire che all’origine di queste situazioni c’è una patologia dell’intero sistema familiare; il figlio è stato costretto dai genitori a caricarsi di tutti quegli aspetti d’ombra della esistenza che essi non sono stati capaci di integrare (nelle loro vite individuali, ndr). Un tipico esempio è quello del professionista impeccabile, di cui non si riesce a individuare l’Ombra: spesso quella dimensione ”diabolica”, inseparabile dall’esistenza, agisce come un veleno sulle persone che lo circondano. Secondo quanto ha affermato Jung  a questo riguardo e abbiamo già avuto occasione di rilevare (Jung, 1929, p.6):

“Non v’è nulla che abbia un influsso psichico più forte sull’ambiente circostante, e in special modo sui figli, che la vita non vissuta dei genitori”.