Articolo della Dott.ssa Annalisa Barbier
CONOSCI TE STESSO è il motto greco (Γνῶθι σεαυτόν, gnôthi seautón) iscritto sul tempio dell’Oracolo di Delfi ed è rappresentativo dell’insegnamento di Socrate, che spinge l’uomo a trovare la verità dentro di sé.
Non mi soffermerò sulla spiegazione del significato complesso e profondo che questo monito originariamente assume. Ma mi limiterò ad associarlo alla necessità – sancita da pensatori quali Socrate e Krishnamurti – di conoscere la propria mente ed il suo funzionamento, per poter poi conoscere il mondo senza le lenti del pregiudizio e della contaminazione da parte delle proprie convinzioni.
Un concetto simile si trova anche nel monito di Sant’Agostino:
“Noli foras ire, in te ipsum redi, in interiore homine habitat veritas” (Non andare fuori, rientra in te stesso: è nel profondo dell’uomo che risiede la verità)
L’atto ed il valore della conoscenza di sé è sempre stato un elemento di grande importanza nella filosofia e nella spiritualità; direi quasi una colonna portante, inevitabile ed irrinunciabile passaggio per progredire sulla strada della saggezza e dell’integrità psicologica e spirituale.
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Anche nell’ambito del benessere psicologico il concetto di conoscenza di sé assume un valore molto grande; la psicoterapia cognitiva infatti considera la conoscenza di sé – dei propri atteggiamenti e schemi mentali – fondamentale nel processo di guarigione. Anzi, considera questa fase di conoscenza come propedeutica al lavoro di ri-strutturazione cognitiva.
Il presupposto teorico della psicoterapia cognitiva è l’esistenza di una serie di convinzioni, schemi interpretativi della realtà o credenze disfunzionali dalle quali origina il modo in cui una persona interpreta e reagisce agli eventi e alla realtà
Tali schemi dirigono il modo in cui una persona affronta le difficoltà ed i problemi.
Tuttavia, quando tali convinzioni provocano reazioni disadattive e non più funzionali, possono insorgere sintomi e disagi psicologi. Il terapeuta cognitivo opera insieme al cliente al fine di favorire il riconoscimento e la successiva ristrutturazione delle convinzioni disfunzionali che operano nel cliente, ed insegnandogli a trovare delle modalità di azione ed interpretazione degli eventi più sane e realistiche, riducendo in tale modo i problemi psicologi ed i sintomi.
Questo approccio prevede i seguenti passaggi:
- riconoscere i propri pensieri automatici negativi-distorti
- riconoscere le connessioni tra questi pensieri (cognizioni) le emozioni provate ed i comportamenti agiti
- riconoscere quelle forme disfunzionali di interpretazione di sé e del mondo che vengono tecnicamente definite distorsioni cognitive
- esaminare l’evidenza pro e contro il pensiero automatico distorto
- sostituire quelle disfunzionali con interpretazioni alternative più realistiche
- insegnare al cliente ad identificare e modificare le credenze disfunzionali che lo predispongono a distorcere le esperienze.
Il cambiamento desiderato non è immediato come potrebbe sembrare, nè di semplice realizzazione; sono necessarie la disponibilità e la collaborazione del cliente, e la sua motivazione all’osservazione ed al cambiamento.
Tuttavia, nel momento in cui si riesca ad inserire nella catena causale del cliente anche solo una piccola novità (un modo diverso per esempio di interpretare uno stesso evento) in termini di alternativa, ecco innescarsi il primo passo verso il cambiamento.