Scritto da: Dott.ssa Annalisa Barbier
Come ho scritto anche nella presentazione dell’Approccio Cognitivo Comportamentale, alcune ricerche condotte sia a livello nazionale (Istituto Superiore di Sanità) che internazionale (Organizzazione Mondiale della Sanità) hanno dimostrato che la terapia psicologica, in particolare quella cognitiva, ha un’efficacia di trattamento maggiore o pari a quella degli psicofarmaci nella cura di molte patologie psichiatriche. Inoltre, se paragonata al solo uso dello psicofarmaco, la terapia cognitiva risulta essere più utile nella prevenzione delle ricadute. La conferma arriva dalle linee guida dell’American Psychiatric Association (APA) stilate sulla base di rigorose revisioni della letteratura scientifica: “La terapia cognitiva è quella che più di ogni altra è stata sottoposta a studi che ne hanno empiricamente e rigorosamente confermato l’efficacia su diverse forme di sofferenza mentale” (Prof. Francesco Mancini).
Gli studi riportati dalle linee guida dell’APA a favore di una maggiore efficacia della psicoterapia rispetto al solo farmaco sono molti; ne citerò uno, probabilmente il più conosciuto, pubblicato dalla prestigiosa rivista scientifica Jama a firma del gruppo di psicoterapeuti Barlow, Gorman, Shear e Woods.
Lo studio è stato condotto su un gruppo di 312 pazienti affetti da disturbo da attacchi di panico (DAP); i pazienti sono stati divisi in 5 gruppi diversi e sottoposti a 5 differenti trattamenti terapeutici: soloimipramina (un farmaco antidepressivo di provata efficacia); solo terapia cognitiva; terapia cognitiva e imipramina; terapia cognitiva e placebo; solo placebo. I risultati hanno dimostrato che la terapia cognitiva è più efficace del farmaco sul lungo periodo: precisamente, dopo 12 settimane di trattamento intensivo, terapia cognitiva e imipramina (sia separatamente che insieme) erano di efficacia equivalente ed entrambe superiori al placebo. Dopo 6 mesi di trattamento di mantenimento, terapia cognitiva e imipramina erano di efficacia equivalente, entrambe superiori al placebo e la combinazione di terapia cognitiva e imipramina era più efficace dei due trattamenti separati. Dopo ulteriori 6 mesi in cui i pazienti non avevano ricevuto alcun trattamento, le combinazioni terapia cognitiva e terapia cognitiva più imipramina erano ancora efficaci, mentre il gruppo 1 che aveva ricevuto solo imipramina, non era in condizioni migliori del gruppo placebo (che non aveva ricevuto alcuna terapia).
Ciò dimostra che la terapia cognitiva è più efficace del solo psicofarmaco. Se si considerano la durata e la stabilità del miglioramento nel tempo inoltre, la psicoterapia continua ad essere efficace, anche dopo la sua conclusione, al contrario dei farmaci.
Tuttavia, personalmente ritengo che lo psicofarmaco sia assai utile, se non addirittura necessario, in alcune specifiche condizioni acute o particolarmente gravi; considerandolo però non sufficiente se impiegato come unica forma di trattamento.
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