Scritto da: Dott.ssa Annalisa Barbier
Letteralmente stalking significa "fare la posta", "inseguimento” (Hazon, 2006; Zanichelli, 2006).
Il termine anglosassone stalk è variamente traducibile con i seguenti termini:"caccia in appostamento“, caccia furtiva", "pedinamento furtivo“, "avvicinarsi furtivamente“: lo stalker è quindi colui che: “tende un agguato” oppure “avanza furtivamente”.
Il verbo to stalk è altrettanto traducibile col significato di: "inseguire furtivamente la preda" e deriva dal linguaggio tecnico-gergale venatorio (Galeazzi, De Fazio, 2005). Il termine "inseguimento" è quello più largamente usato e tradotto (Tjaden, Thoennes, 1998). Quest'ultima definizione sembra la più vicina al comportamento tipico del molestatore assillante che è, infatti, quello di seguire la vittima nei suoi movimenti per poi intromettersi nella sua vita privata (Mullen, Pathé, Purcell, 2000).
Lo STALKING o “sindrome del molestatore assillante” si caratterizza per la messa in atto di comportamenti ostili ed insistenti finalizzati a perseguitare la propria vittima.
Questi comportamenti possono essere rappresentati da:
- Comunicazioni intrusive (ad es. telefonate, invio di sms, e-mail, lettere, regali ecc.)
- Comportamenti di controllo (pedinamenti, appostamenti, visite a casa o nel luogo di lavoro, minacce o aggressioni) che violano pesantemente la liberta e la privacy della persona oggetto delle “attenzioni” e generano in essa uno stato di disagio e pressione psicologica.
Ma in cosa consiste concretamente il comportamento dello stalker?
Uno studio di Galeazzi G.M e Curci P. del 2001, ha evidenziato che, per definire un comportamento come "stalkizzante", occorre riscontrare almeno le 3 seguenti caratteristiche, particolarmente importanti:
- L’attore del comportamento stalkizzante agisce nei confronti della vittima in virtù di un investimento ideo-affettivo basato su una situazione relazionale reale o immaginata (nel caso di disturbo del contatto con la realtà da parte dell’attore)
- Lo stalking si manifesta con comportamenti basati sulla comunicazione il contatto, in ogni caso connotati da RIPETIZIONE, INSISTENZA ed INTRUSIVITA’
- La pressione psicologica che deriva da tali comportamenti pone la vittima in una condizione di allerta continua, in uno stato di emergenza e stress psicologico. Ciò a causa della soggettiva percezione degli atti come pericolosi ed invasivi, sia alla nascita del timore per la propria o altrui incolumità.
A tali comportamenti possono associarsene degli altri, come ad esempio:
- Minacce con passaggio all’atto
- Danneggiamento dei beni (auto, motorino o altri)
- Furto di identità telematica: ottenere indebitamente le informazioni personali di un soggetto al fine di sostituirsi in tutto o in parte al soggetto stesso e compiere azioni illecite in suo nome o ottenere credito tramite false credenziali. Di solito chi riesce in questa impresa è una persona che possiede numerose informazioni personali sulla vittima (dalla data di nascita, al numero del Conto Corrente ecc.)
- Controllo attraverso microspie o telecamere
LO STALKING IN ITALIA
L’incidenza geografica maggiore dello stalking sembra essere il CENTRO-NORD.
Le dinamiche dello stalking sono agite:
- Nel 55% circa dei casi nell’ambito della relazione di coppia;
- Nel 25% circa dei casi nell’ambito dei condomini;
- Nel 15% circa dei casi sul posto di lavoro;
- Nel 5% circa dei casi nel contesto familiare.
La ricerca, condotta dall’O.N.S. in collaborazione con il sindacato di Polizia Co.I.S.P. nel periodo 2001/2007, non ha evidenziato la presenza di un profilo della vittima definito ed univoco.
STALKING E COPPIA
Fa riflettere il dato che indica una prevalenza del 55% dello stalking nell'ambito della relazione di coppia. A questo punto è assolutamente necessario riportare l'attenzione sulle dinamiche patologiche che spesso caratterizzano i rapporti di coppia delle persone affette da dipendenza affettiva; solitamente si tratta di donne ma non sono rari i casi in cui a manifestare un disturbo di questo tipo è l'uomo. In questi casi accade che l'uomo, sentendosi abbandonato dalla donna "amata" (dopo averla trattenuta all'interno del rapporto con comportamenti di violenza psicologica e/o fisica, di controllo e grave limitrazione della libertà), si percepisca totalmente incapace di andare avanti da solo (senza di lei).
Sopraffatto dal dolore, dallo sgomento, dalla paura dell'annientamento psicologico indotta dall'abbandono, egli finisce con l'assumere un atteggiamento distruttivo e violento nei confronti di colei che ha "tradito" il suo amore, ed il suo bisogno di fusione. Fino a giungere spesso alla eliminazione fisica della vittima.
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