Articolo della Dott.ssa Francesca Grimaldi
Chi è il narcisista? I Tratti comportamentali del disturbo
Il narcisismo è una patologia sempre più diffusa nell’odierna società occidentale, sia perché la nostra società propone modelli valoriali fondati sull’ individualismo e sull’egocentrismo, sia perché i legami familiari sono sempre più fragili e frammentari, producendo disturbi di personalità narcisistici.
Il disturbo narcisistico è caratterizzato da un senso imperfetto del sé e da una incapacità di tenere un livello stabile di autostima.
A livello comportamentale il narcisista esibisce fantasie infondate ed irrealistiche di essere superiore agli altri e si aspetta per questo, trattamenti speciali, disconoscendo la realtà. E’ un individuo saccente, arrogante e presuntuoso che esterna uni senso di grandiosità, un bisogno illimitato di ammirazione. Egli inoltre, pur essendo sostanzialmente indifferente verso gli altri, e disinteressato ai loro bisogni, è ipersensibile al loro giudizio poiché tenta disperatamente di trovare conferme alla sua fragile autostima.
Il narcisista si sente esageratamente importante e si aspetta di essere notato, pur senza aver raggiunto una posizione sociale ragguardevole e di successo. Anzi, egli è costantemente immerso in fantasie di successo, potere, fascino e si considera così speciale che solo altre persone o istituzioni speciali possono capirlo o frequentarlo. E’ un soggetto che richiede costante ed eccessiva ammirazione da parte degli altri, pensando che tutto gli sia dovuto e di aver diritto a trattamenti di favore.
Dal punto di vista relazionale sfrutta gli altri per raggiungere i propri scopi e manca totalmente di empatia: non riconosce e non percepisce i sentimenti e i bisogni altrui. E’ inconsapevolmente invidioso, ma ritiene viceversa di essere costantemente invidiato.
In definitiva è un soggetto arrogante e sprezzante, spesso ipercritico ed aggressivo.
DOVE NASCE IL NARCISISMO?
Il narcisismo è un tratto evolutivo sano e normale nello sviluppo dell’essere umano. In forma sana il narcisismo si esprime come sicurezza e fiducia nelle proprie capacità e in un buon livello di autostima, deviazioni dal normale sviluppo evolutivo portano alla forma patologica del disturbo narcisistico di personalità.
Nella strutturazione dell’autostima del bambino, giocano un ruolo fondamentale le figure di accudimento. Il nascente sé infantile è debole e amorfo e necessita di genitori empatici per svilupparsi. La relazione tra il bambino e i suoi genitori è l’elemento di base per lo sviluppo della struttura psichica e dell’autostima.
Il bambino- come afferma Kouth- esprime i suoi due bisogni narcisistici fondamentali e naturali, ossia quello di esibire le sue capacità in via di sviluppo e di essere ammirato per questo e quello di formarsi un’immagine idealizzata dei genitori. La prima forma di narcisismo rappresenta il sano senso di onnipotenza e grandiosità del bambino (“sono perfetto e tu mi ammiri”); la seconda forma narcisistica esprime invece il bisogno di sperimentare un senso di fusione con il genitore idealizzato (“sono perfetto e sono parte di te”). Tutti i fallimenti del genitore nel rispecchiare questi bisogni narcisistici del figlio, andranno a determinare ferite permanenti nel nucleo dell’autostima che il soggetto costituirà. Il genitore ipercritico e svalutante nei confronti del figlio, oppure che si mostra assente e indifferente rispetto al suo ruolo genitoriale o ancora caratterizzato da debolezze e fragilità caratteriali che non gli consentono di porsi come una valida figura di riferimento con cui il figlio può identificarsi e idealizzare, sono potenzialmente in grado di determinare un disturbo narcisistico.
Il sé grandioso ed il sé idealizzato del bambino andranno infatti a formare i due poli permanenti della strutturazione della personalità, entrambi fondamentali per la formazione di un sé sano e coeso e dell’autostima: la tendenza alla grandiosità, all’esibizionismo, espressa come sana ambizione e sicurezza di sé e la capacità di idealizzare, che si manifesta con la formazione di un solido e salutare sistema di principi e valori morali.
Un disturbo in uno dei due poli può essere compensato da un adeguato sviluppo dell’altro. Se però non si sviluppa nessuno dei due poli, si arriva ad una psicopatologia narcisistica caratterizzata da un senso imperfetto del sé e da una incapacità di tenere un livello stabile di autostima.
PARANOIA E NARCISISMO
Ma come fa il narcisista ad alimentare le sue fantasie onnipotenti e disconoscere la realtà della sua natura fragile e peritura e del suo sé frammentato e destrutturato?
E’ chiaro che per disconoscere la realtà e per adattarla ad un sistema di idee e convinzioni assolutamente idiosincratiche e deliranti, deve esservi un grosso dispendio di energie psichiche, la propria attenzione deve essere interamente utilizzata per cercare nella realtà dati a conferma della proprie convinzioni onnipotenti e per arginare quei dati che, invece, andrebbero a confermare l’inferiorità e la disgregazione del sé di questi soggetti. Ed ecco allora che accanto all’ atteggiamento presuntuoso, prevaricante ed arrogante di questi individui, troveremmo dei tratti paranoidi che hanno la funzione di mantenere alta l’attenzione sul comportamento degli altri e sulla realtà circostante, per cercare quelle informazioni indispensabili al mantenimento di una fragile autostima e per occultare, contemporaneamente, i dati che la andrebbero ad annientare e disgregare ulteriormente.
Il narcisista ingabbiato da un falso sé, persegue l’illusorietà della predominanza dell’“avere” sull’essere, considerando il successo esibito e l’ammirazione altrui come gli unici scopi della sua vita. La sua esistenza sembrerà apparentemente in relazione con gli altri, ma internamente solitaria e priva di valori ed ideali. Il narcisista con il passere degli anni sarà sopraffatto sempre più dal terrore e dall’angoscia della morte, della vecchiaia e della malattia che si uniranno ad un vuoto relazionale, ad un’ autostima sempre più carente e ad una sensazione di sfiducia nella vita, d’altronde
“cosa diventa un presuntuoso privo della sua presunzione? Provate a levar le ali ad una farfalla: non resta che un verme.”
(Nicolas de Chamfort)
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Maria Antonietta (giovedì, 09 novembre 2023 20:10)
Vogliamo dimenticare la sofferenza che arrecano a chi gli vive accanto, a donne , violentate e abusate psicologicamente da questi soggetti. Sottolineando gli inviti rifiutati a farsi aiutare?.
Vogliamo dimenticare la vita distrutta e il trauma arrecato a chi ha creduto alle loro deliranti menzogne?