Articolo di: Annalisa Barbier
“Comprese infine che tra le braccia di quell’uomo, quando aveva creduto immedesimarsi con lui, penetrare in lui, quando aveva creduto che le loro carni e le loro anime fossero ormai una sola carne e una sola anima, si erano invece un po’ avvicinati fino a mettere in contatto gli impenetrabili involucri nei quali la misteriosa natura ha isolato e costretto gli umani”
“Mont-Oriol”, Guy De Maupassant, 1887
Con queste bellissime e delicate parole di Maupassant, scrittore di grande sensibilità erotica e finezza descrittiva, voglio aprire il mio articolo sull’erotismo.
Quando si parla di erotismo viene da pensare automaticamente al sesso, che all’erotismo è strettamente legato; ma le differenze ci sono e sono fondamentali: soprattutto, dobbiamo imparare a conoscerle se vogliamo comprendere le diverse modalità attraverso le quali l’erotismo si esprime nel femminile nel maschile, dando troppo spesso luogo ad ambiguità, malintesi e dispiaceri.
Ma iniziamo con il definire l’erotismo: la parola erotismo deriva da Eros, secondo Platone figlio di Povertà e di Risorsa (Simposio), divinità greca dell’amore e forza vitale primigenia, ed indica le varie forme di manifestazione del desiderio che attrae verso qualcuno o qualcosa, nonché il tipo di relazione che si instaura tra i soggetti che ne sono coinvolti. Molti dizionari ne evidenziano l’aspetto legato al soddisfacimento di un impulso sessuale, ma l’erotismo in sé è sganciato da qualsiasi oggetto, e da esso è indipendente poiché legato invece al regno della fantasia e dell’immaginazione. L’erotismo infatti può esplicitarsi in forme ed attività non direttamente connesse all’atto sessuale, concretizzandosi in opere d’arte e prodotti della creatività e dell’intelletto umano: letteratura, fotografia, pittura o scultura, cinema, pubblicità.
LA DONNA E L’EROS
Nella donna, la manifestazione dell’erotismo è ampia e ricca. La donna è, per sua natura, tutta, interamente erotica, nel richiamo e nell’impulso. La pelle, i muscoli, le mani, i piedi, le cosce, i seni, il viso. L’erotismo femminile è complicato, apolide: sganciato dai genitali esso appartiene al regno dei sensi tutti, si nutre di odori, profumi, colori, immagini, sapori, freddo e caldo, tessuto sulla pelle. L’erotismo della donna vive delle carezze e degli sguardi pieni di desiderio del suo uomo, ma anche delle sue attenzioni continuative, del suo profumo, della vista del suo viso e della sensazione del suo braccio che chiude, protegge, solleva. Possiamo dire che nelle donne l’erotismo è un’esperienza totalizzante, non necessariamente sempre sessuale, che indica, come afferma Alberoni:
“il bisogno di attenzione amorosa continuato, di interesse continuato rivolto alla loro persona. La prevalenza del tattile è solo una manifestazione di questa profonda prevalenza del continuo” (Erotismo, 1986)
Questo bisogno di continuità affettivo-erotica è tipico delle donne ed è alla base del sentimento di distacco, abbandono o rifiuto che esse possono provare quando l’uomo si allontana – sebbene solo come manifestazione di un fisiologico senso di compimento – al termine di un rapporto sessuale.
L’erotismo femminile è soprattutto un erotismo di contiguità e continuità.
L’UOMO E L’EROS
Diversamente accade nell’uomo, nel quale la manifestazione erotica è maggiormente settoriale, dicotomica, indipendente dal resto e vive di una vita propria, il cui ideale immaginario è la donna completamente, semplicemente e gratuitamente (senza vincoli) disponibile e desiderosa. Una donna che non chiede nulla in cambio: non affetto, non sicurezza e protezione, non vicinanza, nessuna continuità temporale. Solo il soddisfacimento immediato (non-mediato) della pulsione sessuale. Una donna-uomo.
Per questo la prostituzione ha sempre avuto un enorme successo: essa risponde e realizza – sebbene in maniera artificiosa poiché fondata su uno scambio NON SPONTANEO – l’ideale sessuale maschile di disponibilità sessuale: senza limiti e senza legacci. All’uomo piace pensare che le voglie sessuali della prostituta (che ha pagato o pagherà) siano state spontaneamente e grandemente soddisfatte dalla sua prestazione.
Dopo l’intimità sessuale l’uomo si sente soddisfatto e grato, se è stato bene; ha bisogno di andare via, staccarsi, tornare a se stesso. Lo spettro della fusione si agita in lui. L’atto sessuale rimane un episodio, uno di una lunga serie quando in coppia, ma resta un episodio. Episodica “fusione”, momentanea unione erotica e sentimentale (laddove vi sia amore o affetto). L’uomo non sente il bisogno di quella continuità temporale di sguardi e attenzioni che invece la donna ricerca.
L’eros maschile è per sua natura frammentato e frammentario, fatto di una discontinuità che si realizza attraverso la ripetizione di diversi episodi; la sola persistenza evidente è il ritornare di atti distribuiti nel tempo e in esso ripetuti, dai quali egli esce ogni volta nuovo e separato.
Il luogo metafisico, emotivo, filosofico e psichico dell’inganno dell’eros nasce da un malinteso:
la donna attribuisce all’atto sessuale una profonda valenza erotica, legata al senso dell’inizio di una continuità di cui essa ha bisogno e desiderio. Pensa che fare l’amore con quell’uomo possa rappresentare l’inizio di una storia, di una serie affettuosità, condivisioni, baci, carezze, parole e momenti…
L’uomo dal canto suo non può comprendere davvero questa aspettativa poiché non gli appartiene in nessun modo. Per lui il sesso è fine a se stesso, non necessita della continuità o coesistenza di altri elementi. Né di amore, sentimenti, parole, carezze o impegno. Può esistere e persistere al di là e al di sopra di qualsiasi tipo di relazione emotivamente ed affettivamente connotata.
Ciò non significa che l’uomo non ami, non si innamori e non desideri continuità ed attenzioni affettive. Semplicemente tutto questo apparato di aspettative non si attiva in lui solo perchè perché ha fatto l’amore con una donna.
Invece la donna tende a pensare che il sesso sia l’inizio mentre spesso è soltanto un episodio. E anche quando si ripete innumerevoli volte non è automaticamente destinato a portare quella continuità di relazione di cui la donna ha desiderio.
Comprendere queste differenze potrebbe aiutarci ad essere più realistici, onesti, attenti e rispettosi. Auspico la nascita di un galateo dei sentimenti che parta dalla comprensione delle diversità, senza giudicarle in quanto incapaci di soddisfare i nostri bisogni emotivi e le nostre aspettative. Erotiche e non.
Se ti è piaciuto questo articolo, potrebbe piacerti anche:Dipendenza affettiva; Sei un dipendente affettivo?; Attaccamento e abbandono;