A cura della Dott.ssa Annalisa Barbier
Quante volte ti è capitato di avere la sensazione che una relazione – amicale, lavorativa o sentimentale – apparentemente perfetta, ti stringesse il cappio attorno al collo facendoti sentire come imprigionato?
O che un malessere strisciante, apparentemente immotivato ma inesorabile, facesse capolino nella tua vita sottoforma di vaga insoddisfazione, tristezza, senso di oppressione o frustrazione e rabbia?
La Manipolazione Emotiva (ME) è un fenomeno estremamente diffuso e spesso sottovalutato e “sottodiagnosticato”, che prevale nelle relazioni in cui esiste una forte componente di coinvolgimento emozionale e sentimentale: rapporti uomo-donna, madre-figlio, rapporto con l’amica-del-cuore, rapporti lavorativi tra superiore e sottoposto.
Questo inquietante fenomeno consiste nel tentativo – riuscito – da parte di un elemento della coppia che chiameremo “manipolatore”, di ottenere conferma dell’appropriatezza della sua visione dei fatti da parte dell’altro elemento della coppia, che definiremo “vittima consenziente”; questo attraverso un gioco sottile basato sul bisogno da parte della “vittima” di ottenere conferma ed accettazione dal “manipolatore”.
Non è un caso che abbia usato il termine “vittima consenziente” per designare l’altra parte in gioco: usualmente infatti la vittima accetta la visione dei fatti che le viene in qualche modo imposta e che SA non essere vera, per una delle seguenti ragioni:
- Non vuole affrontare una discussione che potrebbe essere estenuante o violenta
- Non vuole incorrere nella disapprovazione
- Non vuole deludere l’altra persona
- Non vuole rinunciare all’immagine idealizzata che ha dell’altro
- Dubita della propria visione dei fatti
- Dubita delle proprie reali capacità
Queste sono le ragioni che più frequentemente ho incontrato nella mia esperienza professionale e personale, ma potremmo allungare l’elenco aggiungendo tutte le sfumature che le singole esperienze individuali potrebbero indicare. Il gioco della manipolazione prevede solitamente una “vittima consenziente” emotivamente dipendente, o insicura e fragile, con una bassa autostima ed un “manipolatore” caratterizzato da rigidità, bisogno di imporre la propria visione del mondo, narcisismo e tendenza al controllo, quando non addirittura da un temperamento francamente violento.
Il meccanismo inizia in maniera subdola e prende piede nel tempo con una velocità ed una chiarezza che dipendono direttamente dalla resistenza della “vittima”; così possiamo trovarci di fronte a manipolazioni discrete ed occasionali che possono durare immutate per mesi o anni, oppure evolvere in fenomeni caratterizzati da elementi di violenza psicologica o fisica, nell’ambito di relazioni duali francamente patologiche.
IL MALESSERE CHE NE DERIVA E’ GRANDE
La “vittima” finisce con il sentirsi sempre meno adeguata e sempre meno in linea con la propria personalità, non si sente più “se stessa” vive in balia di emozioni come l’insicurezza, la frustrazione, la rabbia e la paura. Finisce con l’abdicare a se stessa per non deludere l’altro, per non rinunciare alla relazione.
COME SOTTRARSI ALLA MANIPOLAZIONE?
Non è facile ma è semplice: occorre RITIRARSI dalla discussione, rinunciando al bisogno di accondiscendere, alla paura di non piacere, alla necessità di mantenere un equilibrio fittizio e troppo costoso.
Occorre in sostanza FUGGIRE da un confronto che non è destinato ad essere costruttivo ma solamente a rappresentare l’ennesimo fallimento emotivo, nel tentativo di essere riconosciuti da un manipolatore che non è in gradi di ri-conoscere l’altro al di fuori della sua visione del mondo.
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Federica (lunedì, 30 novembre 2015 17:57)
Ho convissuto per quattro anni con un manipolatore, sono riuscita a liberarmene solo quando ha iniziato ad alzarmi le mani, finalmente ho detto basta e ora sono tornata a VIVERE. non date a nessuno il potere di annullarvi e di dirvi come dovete vivere la vostra vita. Queste persone sono malate e dovrebbero essere curate anche contro la loro volontà, non si può permettere tutto questo.
angela (martedì, 03 maggio 2016 23:09)
E quando i manipolatori sono gli psicologi?
Come capire se la persona che abbiamo di fronte "psicologo o psicoterapeuta" sia quella giusta per noi e non sia a sua volta un'autoritario manipolatore?
??? (giovedì, 16 giugno 2016 14:05)
Io ho sposato e vivo tutt 'ora con un manipolatore da 10 anni...c'è stato un unico episodio di "mani addosso" che purtroppo ho ricambiato per difesa ma Lui ancora non si arrende e ormai non penso cambierà mai...ci sono alti e bassi, ma nei bassi è veramente tremendo, riesce a toglierti tutto ...ad annullarti ,svilirti a toglierti ogni dignità e nonostante tutto a farti sentire in colpa nei suoi confronti ...il peggio è che è soddisfatto di ciò che ottiene e quando si rende conto di averti ferito profondamente Non si ferma ma anzi continua a ferirti come se volesse vederti soccombere. È convinto di Amarmi ma questo Non e' Amore!!!
Non lo lascio perché credo nel matrimonio e che non si debba scappare dalle difficoltà.
Purtroppo il mio grande rimpianto è di avergli concesso da poco quello che ha sempre desiderato: una figlia.
Avevo a stento trovato la forza per rialzare me stessa e affrontarlo ma adesso gli ho dato un altra vittima che non ho la forza di difendere e un ulteriore arma da usare contro di me.
Adesso non sono solo una moglie ma anche una madre incapace e inaffezzionata mi accusa di provare rabbia nei confronti di mia figlia, di non essere brava a prendermene cura quanto lui e di non essere degna. Mi invita spesso ad andarmene a patto che gli lasci nostra figlia....continua ad accusare me di tutti i nostri problemi (amore/denaro/amicizie /sesso raggiungimento di obiettivi e riconoscimenti personali etc...) e per quanto mi impegni per fare ciò che lui chiede/pretende non è mai contento/soddisfatto.
L' unica ragione per cui tornerò a casa oggi è per mia figlia, devo trovare il modo per aiutarla e difenderla da tutto questo a ogni costo.
claudia (sabato, 29 ottobre 2016 20:29)
che fare quando la manipolatrice è tua madre?come puoi troncare un rapporto cosi viscerale come quello fra madre e figlia?
annalisa (domenica, 25 giugno 2017 16:26)
Gentile Claudia,
le potrebbe essere utile leggere: "Disarmare il narcisista" di Wendy Behary, oppure "Madri e padre manipolatori" di Kathya Bonatti
anna (sabato, 08 luglio 2017 16:16)
#Claudia anche io ho lo stesso enorme problema
Luca (mercoledì, 17 gennaio 2018 07:10)
Voi lo avete risolto?
Sebastiana (giovedì, 05 aprile 2018 03:23)
Sono quasi 2 anni che vivo una situazione familiare estremamente pesante. mio figlio, un adolescente di 16 anni, ragazzo fragile, sensibile e con l’auto estima molto bassa, ha avuto una depressione nel primo anno della scuola superiore, purtroppo io e marito non avevamo capito in profondità il suo malessere. In quella occasione mio figlio si innamora di una compagna di classe, che lui dice di essere lei “la sua salvatrice”...allora, questa ragazza affronta un problema di salute abbastanza delicato, ne condivide tutto con lui, a volte cose inverosimili riguardo alla sua malattia in più usa questa infermità per manipolarlo. Tutto quello che dice lei, lui lo fa. Lui non ha amici, non fa nessun sport, perché tutto deve concentrarsi su questa ragazza. Lei è “onnipresente”, li dice costantemente via cellulare quello che deve dire, lo mette contro di noi genitori, lo spinge a fare pressione su di noi per delle cose assurde...un vero incubo! Una situazione molto difficile e che sta riflettendo negativamente anche tra me e mio marito. Siamo tutti succubi da questo rapporto e per non rischiare di perdere nostro figlio, cerchiamo di avere tanta pazienza e speriamo in Dio che lui possa capire che è coinvolto in un rapporto malato. Lo stiamo portando a fare psicoterapia. Lo spero con tutto il cuore che mio figlio, riesca a uscirne da questa situazione, perché ci sta pesando tantissimo...un vero incubo!
Monica (venerdì, 07 settembre 2018 10:39)
Anche mia madre è narcisista. Devo fare quello che vuole lei altrimenti: sono uns figlia cattiva, irriconoscente, è arrivata al punto di dirmi "come me hai chiuso non ci vedi più (mio padre è ancora in vita anche se malato)", decide anche per lui, resisto solo per lui, altrimenti avrei detto "Se è quello che vuoi fai pure" come ha fatto tanti anni fa mio fratello.
Claudia (mercoledì, 12 settembre 2018 13:12)
Ho vissuto per 16 anni con manipolatore e finalmente ho trovato la forza di andarmene. Soltanto adesso ho appreso di essere stata manipolata e piano piano sto facendomi aiutare da una psicologa che mi sta restituendo la fiducia in me stessa e nelle mie capacità di giudizio. Nonostante ciò riesci ancora a farmi sentire in colpa e a farmi dubitare dei miei pensieri
Teresasa (mercoledì, 15 maggio 2019 16:18)
Sono una persona "manipolatrice",ho tardato molto a capirlo e realizzare il male che ho causato alla mia famiglia e alle persone a me vicine. Non sto qui a spiegare tutta la mia storia(ho avuto seri problemi di alcolismo tra l'altro,dovuti anche alla -non accettazione-di me stessa in quanto tale).Vorrei chiedere,a 40anni quasi,tanto purtroppo ci ho messo per capirlo,se e possibile uscirne,come fare per combattere un'attitudine mentale che mi sta opprimendo. Cordialmente.
ALessandra (martedì, 27 agosto 2019 15:32)
Buongiorno,
ho letto l'articolo e volevo chiedere: in un rapporto di amicizia frasi come "se sei davvero mia amica come dici, fai così", "se mi vuoi bene, fai così/torna la persona che mi piace tanto", "mi stai deludendo, pensavo mi volessi più bene di così", "io non ho mai detto di esser perfetta, però", "pensa come vuoi, visto che non mi credi" e dopo che tu rispondi "posso anche crederti ma vedo i fatti, che non sono molto diversi da come ho scritto", sentir dire "non meriti altre risposte"... e simili come possono essere considerati? La ringrazio.
Preciso che questo avveniva pressoché sempre quando cercavo di dire qualcosa che non mi andava, mentre l'altra persona diceva sempre cosa non le andava di me e asseriva di voler io facessi altrettanto.
E quando una persona, in un'amicizia, ti dice "per te faccio già questo", "per te vengo già al mare" o quello che è... può essere un modo per far sentir in colpa noi o per farcelo pesare? Contando che tu non hai chiesto niente loro, ma avrebbero deciso di loro sponte di farlo... Grazie.
Cordiali saluti,
Alessandra
Annalisa (martedì, 27 agosto 2019 16:25)
Gentile lettrice, è sempre possibile iniziare un percorso terapeutico per conoscere, elaborare e superare gli ostacoli interiori e le attitudini mentali e comportamentali disfunzionali che ci fanno soffrire e provocano difficoltà nella vita e/o nelle nostre relazioni. Non è tardi!
Annalisa (martedì, 27 agosto 2019 16:31)
Gentile Alessandra,
il confine tra una amichevole, doverosa, gentile e costruttiva correzione e la tendenza rovesciare sugli altri colpe e responsabilità e la volontà di indurre nell'altro sensi di colpa o inadeguatezza è spesso molto sottile, ma riconoscibile. La differenza sta nel buon senso che si applica a ciò che si chiede e si dice all'altro, nell'apertura reciproca e spontanea, nella capacità di riconoscere i propri difetti e limiti, e soprattutto sta nella capacità delle persone coinvolte di rispettare profondamente se stesse e l'altro senza pretendere di essere sempre nel giusto o di ottenere sempre ciò che si desidera.