UN VACCINO CONTRO LA MALATTIA DI ALZHEIMER

Traduzione a cura della Dott.ssa Annalisa Barbier

 

Un gruppo di ricercatori della Université Laval CHU del Québec e del Gruppo farmaceutico GlaxoSmithKline, ha scoperto il modo di stimolare i naturali meccanismi di difesa del cervello negli individui affetti da malattia di Alzheimer.

Questa importante svolta nella ricerca scientifica sulla cura della malattia di Alzheimer – i cui dettagli sono presentati nella versione online della rivista scientifica “Proceedings of the National Academy of Sciences” (PNAS) del 15 Gennaio 2013 – apre le porte allo sviluppo di una cura per la malattia di Alzheimer, e di un vaccino che possa prevenirne la comparsa.


 

Una delle principali caratteristiche citopatologiche della malattia di Alzheimer è la produzione – da parte delle cellule nervosa cerebrali -  di una molecola tossica conosciuta con il nome di beta amiloide; le cellule della microglia, le protettrici del sistema nervoso, sono incapaci di eliminare questa molecola, che va quindi a formare dei depositi nel tessuto cerebrale denominati “placche senili”, responsabili dei disturbi legati alla malattia di Alzheimer.

Il gruppo di ricerca, guidato dal Prof. Serge Rivest della Facoltà di Medicina della “Université Laval”, presso il “Québec research center”, ha identificato una molecola in grado di stimolare l’attività delle cellule immunitarie cerebrali.

Questa molecola – conosciuta con il nome di MPL (lipide A monofosforile) è stata ampiamente utilizzata come vaccino dalla Glaxo SmithKline  per molti anni, e la sua sicurezza è stata ampiamente documentata.

Nei topi affetti da malattia di Alzheimer, iniezioni settimanali di MPL protratte per un periodo di 12 settimane, hanno eliminato  fino all’80% delle placche senili dal tessuto cerebrale. Inoltre, i test per misurare la capacità dei topi di laboratorio di apprendere nuove informazioni (capacità cognitiva gravemente compromessa nei pazienti affetti da malattia di Alzheimer) hanno mostrato un significativo miglioramento delle funzioni cognitive durante le 122 settimane di trattamento.

I ricercatori prevedono di utilizzare la MLP potenzialmente per due scopi:

1)    Somministrazione intramuscolare nei pazienti affetti da Malattia di Alzheimer al fine di rallentare la progressione della malattia

2)    Utilizzo come vaccino finalizzato a stimolare la produzione di anticorpi contro la beta amiloide.

 

Il Prof. Serge Rivest ha specificato che “Il vaccino potrebbe essere somministrato ad individui già affetti dalla malattia per stimolare la loro naturale capacità immunitaria”, ma potrebbe anche essere utilizzato come “Misura terapeutica preventiva negli individui che presentano fattori di rischio per lo sviluppo della malattia di Alzheimer”.

Quando abbiamo iniziato a lavorare sulla malattia di Alzheimer, una decina di anni fa, il nostro obiettivo era di sviluppare un efficace trattamento per i pazienti Alzheimer” ha spiegato il Prof. Rivest, “con la scoperta annunciata oggi, penso che stiamo per raggiungere il nostro obiettivo”.

 

FONTE: http://www.sciencedaily.com

 

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