A cura della Dott.ssa Annalisa Barbier
Forse non sempre ne sei consapevole, tanto sei abituato a conviverci, ma esistono due grandi “mangiatori di energie” che minano la tua pace ed il tuo benessere psicologico:
1. IL SENSO DI COLPA
2. LA PREOCCUPAZIONE ANSIOSA PER IL FUTURO
Il senso di colpa è quella spiacevole e dolorosa sensazione di indegnità, vergogna e dispiacere legata a qualcosa che hai fatto/detto in passato.
La preoccupazione ansiosa per il futuro invece – che va distinta dalla normale progettualità - è caratterizzata dalla costante sensazione di inquietudine, apprensione, e paura di ciò che ti potrà accadere in un domani più o meno distante.
Cos’hanno in comune questi due “errori” di considerazione?
Rappresentano entrambi una forma di disagio, una trappola cognitiva legata a qualcosa che non è più possibile modificare (il passato) o che ancora non esiste (il futuro), ma che in entrambi i casi ti appare tanto minaccioso da assorbire molta parte delle tue energie, nel tentativo di cambiare qualcosa o prevedere qualcos'altro.
IL SENSO DI COLPA COME SCELTA
Sembrerà un’affermazione alquanto bizzarra dire che si può scegliere di vivere nel senso di colpa, ma in realtà si tratta di una condizione molto diffusa.
Distinguiamo innanzitutto tra due forme di senso di colpa:
1. Il senso di colpa residuo: è quello che ti viene inculcato sin da bambino e che viene utilizzato da genitori, educatori, sacerdoti e tutti coloro che hanno influenza sui processi educativi, come strumento di sottomissione alle “regole” della società: “se fai così sei un cattivo bambino”, oppure “dovresti vergognarti per aver detto/fatto la tal cosa”, o ancora “se andrai via di casa mi farai morire di crepacuore” e così via…chi non si è mai sentito dire qualcosa del genere? Questa forma di senso di colpa è sottile ma onnipresente ed emerge nei numerosi auto rimproveri che ti indirizzi, ed ogni volta che ti scusi troppo per aver commesso un errore (scorgerai facilmente in esso il tentativo di esorcizzare la paura di non essere approvato).
2. Il senso di colpa autoimposto: è questo il caso in cui ti senti immobilizzato nel presente dal dolore e dalla vergogna che ti autoinfliggi come punizione, per aver violato una norma del tuo codice morale (o creduto tale). Ci troviamo in tal caso di fronte ad emozioni molto più tormentose delle precedenti. E’ questo il caso del senso di colpa come scelta.
In questo ultimo caso infatti, si “sceglie” più o meno consapevolmente il senso di colpa come compromesso di minor resistenza (al cambiamento che altrimenti sarebbe necessario fare) e di adattamento (alle richieste/aspettative altrui):
1) Come forma di espiazione per sentirti sollevato dal dolore di aver violato le tue norme morali (o credute tali)
2) Per evocare la pena ed il perdono altrui (incapace di perdonare te stesso)
3) Per guadagnarti l’approvazione e la protezione degli altri
4) Per farti compatire ed ottenere attenzione
5) Per deresponsabilizzarti nei confronti dei tuoi comportamenti (la colpa è degli “altri” che ti fanno sentire in colpa…)
6) Per non impegnarti in un processo di rivalutazione e cambiamento dei tuoi valori e comportamenti. Infatti, è meno impegnativo vivere dolendosi per ciò che si è fatto (e che peraltro non potrà MAI e dico MAI essere modificato), piuttosto che rimboccarsi le maniche e crescere, comprendere i propri errori e far sì di non commetterli ancora.
Invece di tentare di modificare il passato – che per sua natura modificabile non è – occorre modificare il tuo atteggiamento nei confronti di ciò che desta in te i sensi di colpa: si tratta molto spesso di retaggi culturali che hai assorbito in maniera più o meno passiva e “fatti tuoi” senza troppo ragionarci su e senza chiederti, nel tempo, se sei ancora d’accordo a considerare valide certe regole morali e di comportamento.
Ad esempio, nella società cattolica e puritana sono facilmente identificabili alcune equazioni, responsabili di sensi di colpa:
• SE ti diverti ALLORA sei una persona cattiva e sciocca (e devi sentirti in colpa)
• SE ti piace il sesso ALLORA sei una donna di facili costumi (e devi sentirti sbagliata quindi in colpa)
• SE sei allegro ALLORA sei un superficiale (quindi devi sentirti in colpa)
• SE non ti rattristi e non ti addolori abbastanza a lungo (e inutilmente aggiungo io) ALLORA sei una cattiva persona (e ti devi sentire in colpa per questo)
E così via… gli esempi potrebbero essere davvero molti.
Lisa (giovedì, 27 gennaio 2022 22:26)
Buonasera Dottoressa,
A fronte di un episodio fortemente stressante e ad una grande crisi di ansia e panico ho trattato male il mio compagno facendolo anche preoccupare per la mia agitazione da ansia. L’ho mandato via perché volevo trascorresse il pomeriggio con i suoi amici che non vede mai (questo perché non volevo essere egoista stando male) ma dopo 20 min gli ho chiesto di tornare in preda ad attacchi di ansia mai provati.
Non volevo, volevo che lui stesse bene quel giorno. Mi sarei dovuta calmare prendere un ansiolitico e non dargli fastidio.
Ecco il senso di colpa che ho ma non l’ho calcolato ma nonostante questo sto male
Isabella (domenica, 02 gennaio 2022 14:42)
Salve dottoressa sono una donna di 42 anni. Fin da ragazzina per il mio aspetto provocante sono stata oggetto di attenzioni maschili. A 20 anni sono rimasta incinta di un mascalzone che purtroppo si è dileguato quando il bimbo non aveva neanche un anno. Da lì la mia vita sentimentale è stata un calvario. Quando mio figlio aveva circa 3 anni mi sono messa con il mio primo fidanzato, un vero "santo"... aveva accettato il bambino come suo, si dimostrava sempre presente, era disposto a fare una famiglia e a sposarmi. L'ho lasciato dopo un paio d'anni perché sentivo di non amarlo. Premetto che vengo da una famiglia con un padre narcisista e madre codipendente e io sono stata sempre attratta da uomini "stronzi".. quindi questo ragazzo per me era troppo "bravo", così percepivo a quell'età.
Dopo aver chiuso questa relazione ho incontrato il grande amore della mia vita, un ragazzo dalla bellezza disarmante con il quale ho avuto una relazione fatta di alti e bassi, liti e riappacificazioni, gelosia a non finire... ma dopo 7 anni lui si è avvicinato al mondo dello spettacolo, sono iniziate incomprensioni profonde e le nostre vite si sono allontanate. Si è fidanzato con una ricchissima ragazza dello spettacolo e abbiamo chiuso. Sono passati 11 anni da allora. Ho avuto DECINE di uomini di tutti i tipi nella costante ricerca di ritrovare quell'amore perso. Ma alla fine dopo qualche mese sono tutte naufragare lasciandomi ancora più sola. Mio figlio che ora ha quasi 21 anni è sempre stato al di fuori per salvaguardarlo ma vivo in un piccolo centro e sento di essere stata oggetto di critiche per questa mia vita sentimentale "travagliata "... diciamo così. Ora mi sento sporca, mi sento sola e non voglio più far avvicinare nessuno. Sono una bella donna, colta, ho un bel lavoro ma vivo il terrore di far avvicinare un uomo per paura di trovarmi ancora più delusa.
So che devo andare in terapia e lo farò presto, intanto dottoressa le chiedo qualche consiglio. Buon 2022.
Diego (domenica, 01 agosto 2021 16:15)
Salve dottoressa.Mi chiamo Diego e ho 34 anni.Da tempo soffro di attacchi di panico e DOC precisamente da 15 anni.Circa 4 anni fa feci un errore a mio parere imperdonabile.stavo messaggiando con la moglie di un mio cugino e siamo arrivati a messaggi di carattere erotico sessuale e anche a scambiarci video e foto.Chiaramente mi sono subito pentito e non siamo andati oltre.Nel 2021 mi è tornato in mente questo errore commesso e da febbraio che mi sento di impazzire.Ne ho parlato soltanto con la mia fidanzata che giudica la mia paura di impazzire esagerata.Sto prendendo antidepressivi e benzodiazepine ma il pensiero rimane fisso e mi provoca terrore e paura di impazzire di diventare schizofrenico o di perdere il controllo.Mi chiedo dottoressa,se si può diventare pazzi per un errore commesso 4 anni fà ma che continua ad assillarmi senza tregua?Sto male non riesco a dimenticare e a perdonare me stesso.Mi vergogno di parlare di questa cosa con i miei parenti.mi sento esplodere.
La ringrazio in anticipo ,Cordialità ,Diego
Barbara (mercoledì, 28 luglio 2021 19:54)
Gentile dottoressa,
Mi sento in colpa per aver trattato malissimo il mio ex fidanzato mentre eravamo ancora insieme in un periodo in cui soffrivo perché ero distante emotivamente da qualsiasi persona e situazione e non riuscivo a lasciarmi andare. Non pesai le parole che gli dissi poiché gli dissi che non era un uomo, che io dovevo prendere sempre le decisioni e che lui non era abbastanza "attivo". L'ho lasciato da più di un anno ma ora che ricomincio a sentire le emozioni e l'empatia nei confronti delle persone mi sto sentendo in colpa in maniera spaventosa nei suoi confronti, è come se mi fossi finalmente svegliata da questo torpore emotivo e non so come rimediare. Tempo fa gli scrissi anche un messaggio in cui gli chiesi scusa e lui fu un signore nell'accettarle e nel tranquillizzarmi ma non so come potrei porre fine a questa inquietudine. Non riesco a perdonarmi. Mi è venuto anche in mente che forse potrei aver fatto la scelta sbagliata lasciandolo e che alcune situazioni (come la mancanza di "prestanza" da parte sua nei momenti intimi) avrei potuto affrontarle standoci ancora insieme se solo non avessi dovuto vivere quel mio periodo di distacco emotivo. Il fatto è che attualmente sono fidanzata con un altro ragazzo con cui mi sto trovando molto bene da tutti i punti di vista ma la paura di aver fatto scelte sbagliate e affrettate mi tormenta in questi giorni. Lei cosa ne pensa? Cosa dovrei fare? Come combattere questo di colpa? &
Grazie.
Annalisa (lunedì, 05 luglio 2021 12:56)
Gentile signora Daniela,
la ringrazio per aver condiviso le sue preoccupazioni per il benessere dei suoi cari. Da ciò che mi scrive sembra lei soffra di un disturbo d'ansia, che la opprime con continue preoccupazioni e pensieri catastrofici sul futuro, in particolare legati alla salute dei suoi cari e all'imperativo di doversene prendere cura e controllare tutto. Non può controllare tutto, né pensare che le cose dipendano solamente da lei... accettare la nostra condizione di impotenza rispetto a certe cose che fanno parte della vita, è il primo passo per ritrovare una condizione di maggiore equilibrio. CI sono sicuramente molte cose che dipendono da lei e sulle quali può esercitare un certo controllo, ma molte (e nella vita sono la maggioranza...) sulle quali non possiamo avere che un pochino di controllo. O a volte nessuno. Cerchi un collega dalle sue parti e inizi un percorso psicologico che la aiuti ad affrontare questi sintomi di malessere.
Viola (domenica, 27 giugno 2021 19:21)
salve dottoressa, io mi sono sentita in colpa perché oggi ho visto il ragazzo che mi piace e dopo essere “coccolati” ora che sono tornata a casa ho i sensi di colpa
Daniela (martedì, 11 maggio 2021 18:54)
Buongiorno dottoressa, Ho letto l'articolo con molto interesse e mi ritrovo rappresentata da alcune situazioni. Ho 36 anni, una splendida famiglia che mi sono creata, un lavoro che mi piace , tanti amici a cui voglio bene, Non mi manca nulla. Il mio cruccio è che principalmente tendo a sentirmi responsabile delle decisioni altrui, nella mia famiglia c'è un rapporto conflittuale con i medici, mia madre ha trascurato di curare una forma molto grave di diabete causandosi cecità , mio padre fa una vita assolutamente sedentaria Ed entrambi continuano a curare poco fattori che potrebbero farli vivere un po' meglio.. di recente mio padre ha avuto un ictus per fortuna risolto in modo molto positivo, e la mia speranza che questo cambiasse le cose è stata vanificata dalla realtà dei fatti poi, Nonostante i miei sforzi per parlarne con loro, dotarli degli strumenti necessari, spronarli, non è servito a nulla. La cosa che adesso mi destabilizza particolarmente è il risultato un po' dubbio di un esame del sangue fatto da mia sorella, finora mia spalla in questa travagliata esperienza familiar. L'esame è stato voluto da me per un controllo di routine che abbiamo fatto entrambe, ne è uscito un valore sballato della glicemia da parte sua, e mi aspettavo data la situazione familiare che la cosa fosse presa assolutamente sul serio da parte sua... invece dopo due giorni che le parlo cercando di farle capire di controllare la cosa di stare attenta eccetera, vedo l'atteggiamento che vedevo in mia madre quando rifiutava di credere capire ascoltare quello che le succedeva.. sono ovviamente preoccupata che mia sorella trascuri questa sua cosa e non dia il giusto peso a segnali che possono essere presi assolutamente in tempo, e sempre più mi sento impotente di fronte alle loro reazioni.. ormai Attendo sempre il suono del telefono con ansia che sia successo qualcosa, sto perdendo l'entusiasmo nelle mie cose e nella mia famiglia per cercare di capire come far funzionare tutto e non ci riesco.. mi dico che non dipende da me e solo da me alla vita degli altri, Ma quando in ballo ci sono gli affetti è difficile essere distaccati e lasciarli alle loro scelte. Vorrei ritrovare solo un po' della persona che ero fino a qualche anno fa , con ovviamente le preoccupazioni degli anni che passano, ma non questa oppressione nel cuore. Quando ho saputo il risultato di mia sorella mi sono quasi sentita in colpa per non aver avuto lo stesso disagio , perché io ho realizzato cose che lei vorrebbe ma non riesce a realizzare.. cose che a scriverlo Mi sembra assurdo solo pensare , però tant'è . La ringrazio x l ascolto che mi darà
Stefano (sabato, 08 maggio 2021 20:11)
Ho 55 anni mai avuto un problema giudiziario, due settimane fa dopo un controllo il mio tasso alcolico era di 1,35 e quindi ciao patente. Ancora oggi non sono riuscito a metabolizzare, non bevo quasi mai, ma la cosa che mi fa più paura sono le conseguenze, non avendo io pratica con cause penali. Ho paura di finire in carcere e poi non lavorando non potrò permettermi un avvocato e quindi non so come fare, in famiglia ho solo mia madre che è sempre stata ossessiva e poco disposta al dialogo e quindi non mi sono potuto sfogare anzi ho dovuto raccontare cose non vere per riuscire a giustificarmi. Sono distrutto e vorrei tanto oltre che sfogarmi sapere a cosa posso andare incontro perchè sono su l'orlo di un precipizio psichico, non riesco più a pensare a dormire e spesso penso che la mia vita sia finita qui. Non vedo vie di uscita e ora si, che ho paura di trovare sfogo in cose sbagliate, poi che vivo solo e non mi posso confidare con nessuno. La paura, il rimorso la vergogna mi attanagliano e penso se sia davvero il caso di vivere una vita futura così incerta per uno come me abituato a il suo classico tran tran. Mi ritengo un uomo finito senza avvenire anche perchè come detto sono disoccupato e con una sfilza di problemi che ciò comporta. Non so come finirà questa storia se potete spiegatemi come mi devo comportare almeno cosa mi devo aspettare, anche perchè le eventuali multe non posso pagarle e poi quanto ci vuole per arrivare ad una sentenza? Ho addirittura deciso di non riprendere più la patente, questa storia mi ha destabilizzato completamente.
Marco (giovedì, 29 aprile 2021 11:09)
Salve dottoressa, ho terminato io una relazione con una ragazza che ne ero profondamente innamorato, solo che lei era bloccata e non ci riuscivamo a lasciare mai definitivamente per cause legate al mio lavoro della distanza e lei mi diceva che non riusciva a lasciarsi andare come me! Ci siamo lasciati dopo un mese ed è ritornata dicendomi che era cambiata, solo che con persone a me vicine ho deciso di non tornare più indietro! Soltanto che sono andato a letto con una prostituta e non so perché l’ho fatto non è da me! Non so come è potuto succedere e mi sento in colpa tremendamente ! Come se l avessi tradita e sopratutto come se avessi tradito me stesso! Perché io stesso mi stavo chiedendo del tempo dopo la relazione ma mi sento sempre male ed agitato ! Non me lo perdono! Tanto che ho dimenticato il motivo di lasciare andare via l ex, cioè volermi bene e iniziare a stare con persone vere come me! Ma ho fatto quella maledetta cosa che mi vergogno di me, spero che legga questo messaggio
Francesco (martedì, 19 gennaio 2021 09:53)
Buongiorno dott.ssa
Ho 28 anni, e mi sento profondamente sbagliato. In passato sono stato emarginato dai miei compagni di classe, per la maggior parte progressisti, in quanto a detta loro ero un nemico della civiltà e del progresso. In effetti all'epoca non mi interessavo a questioni etiche di larga scala e avevo una visione delle cose molto condizionata dall'educazione cattolica che ho ricevuto dalla mia famiglia in cui sono nato. Questa esperienza di solitudine mi ha annichilito come persona. Sapendo cosa si prova quando gli altri ti considerano uno spreco di ossigeno, una persona che era meglio se non fosse mai nata, e che solo in tal modo avrebbe fatto un favore al mondo, ho sviluppato una repulsione profonda verso l'attivismo politico, proprio perché mi fa repulsione l'idea di guardare chicchessia dall'alto in basso, spalleggiando persone che seppur magari in buona fede, consapevolmente o meno, stanno facendo soffrire qualcuno, e questo indipendentemente dal fatto che ci siano di mezzo delle colpe effettive e quindi indipendentemente dal fatto che il pronunciarsi pubblicamente contro fenomeni come il razzismo e l'omofobia (giusto per citare due esempi), abbia di per sè un'utilità sociale. In parole povere: Non mi va di contribuire ad un fine anche buono, se il mezzo prevede il far soffrire qualcun altro. Preferisco vivere la mia vita cercando di comportarmi bene senza per questo giudicare chi non fa altrettanto. Nonostante tutto sommato non stia facendo nulla di male, noto come questo mio comportamento mi penalizzi nel rapporto con le altre persone, in particolare della mia età (questione generazionale?), le quali tendono a non comprendere il mio comportamento e a liquidarlo come un sintomo di superficialità, sempliciotteria, insensibilità, pigrizia intellettuale, o addirittura come indizio di qualche losco scheletro nell'armadio che starei nascondendo. Da un lato soffro, perché ritengo di essere una persona buona e gentile con tutti e che in tal senso non meriti di essere impossibilitato a monte a essere per parecchie persone (verso molte delle quali provo pure molto affetto) qualcosa di più di un amico di serie b, solamente perché vulnerabile a questo genere di interpretazioni che lasciano pure il tempo che trovano, essendo più che altro figlie di una certa cultura particolarmente dominante. Dall'altro mi viene il dubbio, che possa essere io quello sbagliato, che debba cambiare per forza perché altrimenti gli altri fanno bene a trattarmi in un certo modo. In tal caso però non sarei più me stesso, sarei un automa... come posso fare? La ringrazio in anticipo.
Annalisa Barbier (sabato, 26 dicembre 2020 11:23)
Cara Lucilla, mi racconta di una lunga serie di eventi apparentemente scollegati tra loro e non del tutto in armonia con la sua volontà. A volte può capitare che una parte di noi voglia delle cose e un'altra voglia altre cose, e ci si senta in conflitto, confusi o turbati. In questi casi, la linea delle nostre azioni nella vita diventa frastagliata, incoerente e a volte fonte di problemi relazionali, professionali o altro. Le suggerisco, in questo momento confuso e doloroso, di richiedere il sostegno di un professionista che possa aiutarla a fare ordine nella sua vita, comprendere bene ed elaborare ciò che è accaduto.
Annalisa Barbier (sabato, 26 dicembre 2020 11:17)
Cara Esasperata (...il nome con il quale si firma, la dice lunga su come si sente),
la sua vita di coppia sembra una continua battaglia per difendere il suo spazio e la sua autonomia e per ottenere ciò che desidera. Però, se ci sono cose che abbiamo il diritto di chiedere (con i giusti modi), ce ne sono molte altre che dipendono dalla disponibilità e dalla disposizione d'animo e di cuore degli altri. Queste ultime non le possiamo pretendere e non dovremmo forzarle perchè in questo modo non rispettiamo la volontà dell'altra persona e non sapremo se le sue azioni nascono da una volontà sentita, o dalle nostre richieste e forzature. Il senso di colpa che sente forse le sta dicendo di mollare un po? di osservare ed accettare le cose per ciò che sono. O comprendere se è disposta tollerarle oppure no...
Lucilla (venerdì, 25 dicembre 2020 15:01)
Buongiorno dottoressa mi chiamo Lucilla e mi tormentano tante preoccupazioni che ho passato,la prego di aiutarmi a capire.sono stata fidanzata per 11 anni con mio fidanzato,ogni tanto non so perché mi capitava di guardare qualcun altro questo fino a 11 anni,non capisco perché non ci riesco,io amavo mio fidanzato da morire.Poi dopo 11 anni problemi c'erano tra noi sicuramente depressione da parte mia e sua,non andava bene così sono uscita una sera con delle amiche e ho tradito mio fidanzato.poi la mia storia per me la vedevo come finita,problemi dell'attività,stress,debiti,così decisi di lasciare il mio fidanzato.Stetti 6 mesi con un ragazzo che aveva un'altra come un imbecille ero innamorata persa.Poi successe che dopo 6 mesi lo lasciai perché non volevo più saperne perché mi faceva sempre aspettare ero stanca.Dopo un mese lo lasciai questo ragazzo,mi svegliai una mattina che piangevo disperatamente per il mio ex,lui non aveva ancora trovato nessuna,si ritornò insieme.Non facevo che piangere avere incubi,stavo male da morire,volevo sposarlo di corsa,e così feci.Dopo un anno avevo problemi un'altra volta,coincidenza passò davanti al negozio questo ragazzo lo rividi,e lo baciai
Ho ritradito mio marito e da quel giorno per ben 10 anni non facevo che pensare a lui,quando mi sono svegliata da questo sogno che con lui ero distante e ci stavo solo per convenienza.Dopo 10 anni mi sono svegliata mi è caduto il mondo addosso volevo uccidermi,piangevo perché sapevo che lo avrei perso.Ora ci siamo lasciati ma io sto male da morire sono stata io a volerlo lasciare libero è giusto non è più come prima e non tornerà mai più. Sono sicura che sto andando verso questo.E non troverò mai più uno come lui.mai.La prego se può dirmi come posso fare.grazie saluti Lucilla
Esasperata (mercoledì, 23 dicembre 2020 14:30)
Sslve dott. Ssa,
Ho 33 anni e mi sento in colpa per forzare ogni decisione del mio compagno. Dopo 8 anni di fidanzamento decidiamo di andare a convivere nell'appartamento dei miei suoceri, sotto al loro appartamento. Da quel momento ci vogliono sempre a cena da loro, so che loro lo fanno per aiutarci, ma sinceramente dopo una giornata intera di lavoro io preferisco stare a casa mia, ho cercato di farlo presente a loro e al mio compagno che con non pochi litigi durati anche settimane è riuscito a capire, hanno iniziato così a prepararci le cose e a portarcele nonostante io chiedessi di non farlo perché voglio prendermi cura io insieme al mio compagno della casa, e anche li altri litigi e forzature, a tutto ciò si aggiunge il fatto che l ho praticamente costretto a pagare le bollette ( le pagavano loro, sempre per aiutarci. Anche se ripeto entrambi abbiamo un lavoro e buoni stipendi e nessun tipo di problema economico). Io vorrei solo avere la nostra indipendenza di coppia economicamente ma anche di vita quotidiana.... . Anche per sposarci ho dovuto forzare la mano, con minacce e litigi (dovremmo sposarci l'anno prossimo). Il punto è che mi sento sempre in colpa per aver ottenuto le cose con la forza, non in modo naturale e mi sento in colpa perché è come se avessi voluto escludere i suoi genitori e ho paura che un giorno se dovesde venire aa mancare uno dei suoi genitori io mi sentirei in colpa per non averglielo fatti vivere. Penso di essere cattiva. Potrebbe darmi gentilmente il suo punto di vista?
Pedro (venerdì, 29 maggio 2020 12:17)
Salve dottoressa, io sono una ragazzo con diversi problemi psicologici e forse in parte ereditari tra questi il fatto che abbia disturbi borderline e di bipolarismo
Questi nel corso degli anni sono andati a definirsi sulla mia persona anche per traumi passati
Adozione/ Paura del abbandono / ricerca morbosa di una figura materna / rabbia / depressione è così via
Ho da sempre avuto una vita ai limiti
Perchè ricercavo continuamente la fuga dal mio essere o dalla possibilità di poterci convivere
Fin quando non mi sono innamorato
Ovviamente il semplice innamorarsi quando vi sono così tante cose talvolta non basta.. anzi ho riscontrato che nel nostro rapporto
Molti di quei miei lati incanalandosi su un pensiero di paura siano sfociati sempre più
Ho avuto la fortuna di avere una persona vicino
Che sia rimasta
Con lei ho affrontato diversi dei miei mostri
E sono riuscito anche a partire per cicatrizzare le mie ferite aperte da bambino
Sapere che fossi
E da dove venisse quel amore malato per mia madre
(Essendo stato adottato ho da sempre ricercato l’amore della mia vera madre.. sapere chi fosse.. e talvolta crearmi una realtà per la quale lei non mi avesse abbandonato, in realtà quando sono partito e sono venuto a conoscenza sulla realtà di quella persona ho capito che era semplicemente malata, e ogni sua azione nella sua vita non era dipesa realmente da lei.. ma da questo suo utopistico modo di rovinarsi.. che poi in parte è quello che ho avuto anch’io)
Anche se nel rapporto viscerale che abbiamo ci sono state molte situazioni tossiche per entrambi
Fin al punto in cui io l’abbia resa psicologicamente fragile o che il vero e proprio rapporto con me non divenisse tossico
Qualche giorno fa
Ho fatto una gran cazzata
E ho cercato di togliermi la vita
Questo è scaturito e non lo nascondo
Anche dal fatto che con questa “Lei” stessimo terminando il rapporto
(Non era un gesto indirizzato per tenerla ancorata a me.. era un gesto di rifiuto per il mio essere che l’avesse portata alla scelta di lasciarmi, e per un senso troppo grande di abbandono..)
Non immaginavo
Ma di controparte a questa cosa anche lei ha subito grandi pesi sul proprio essere
E si sente in colpa
Se le dico tutto questo
È perchè anche se può sembrare irrisoria come cosa sto cercando di guarire
Ho preso la scelta di farmi seguire da un psicologo
E in realtà ho preso anche una grande scelta sul mio intimo me di lasciar andare l’amore che provassi per mia madre per vivermi un amore mio
Fuori da quegli spazi di male
Ho realizzato l’importanza reale di quella persona
E entrambi vogliamo stare bene.. un bene su cui ovviamente dovremmo andare a lavorare ma siamo pronti.. volevo chiederle se possa darmi qualche consiglio su come farla sentire con meno macigni addosso.. aspetto una sua risposta è la ringrazio
Nicola (domenica, 12 aprile 2020 14:59)
Salve dottoressa ,sono un uomo di 46 anni ,purtroppo da un po' di tempo mi sto accorgeno di avere disturbi in campo relazionare ,nello specifico mi viene il sospetto di Sofrire di qualche tipo di disturbo della personalità ,
questa cosa mi svapenta e mi fa sentire giù vorrei sapere se è una cosa comune grazi
Paola (domenica, 05 aprile 2020 15:41)
Salve io mi sento in colpa per essere una persona che non sa gestire i propri sentimenti io non faccio altro che piangere ho l'ansia e mi sento in colpa per essere qui i miei genitori non mi capiscono credono che faccio solo i capricci io sto male è loro non fanno altro che peggiorare la situazione
Radiolina (martedì, 04 febbraio 2020 11:23)
Salve dottoressa,
Sono una "ragazza" di 27 anni. Lavoro all'estero, in UK, e vivo una relazione a distanza in Inghilterra. Il mio senso di colpa diventa ogni volta più incontrollabile perché tratto male il mio ragazzo perché gli dó la colpa del fatto che sono in UK, che se non fosse stato per lui ora avrei accettato altre offerte di lavoro. Al tempo stesso mi sento in colpa perché quando ho dovuto prendere determinate decisioni nel mio passato ho cercato di essere il più razionale possibile. Ora però sono in un lavoro che non mi piace e dó la colpa a lui invece di rimboccarmi le maniche per riuscire a spostarmi in un ambiente che mi piace di più. In più lo tartasso per via del futuro perché continuo a pensare che se non funziona questa relazione ho buttato 3 anni della mia vita e non sono manco in Italia.
Annalisa (giovedì, 28 novembre 2019 14:49)
Cara Alesya,
ho letto con interesse il tuo messaggio, perchè rappresenta un fenomeno piuttosto diffuso, che è quello di bere troppo alcol, e di farlo alla tua giovane età. Non so se ci sono motivazioni particolari che ti inducono ad esagerare nell'assunzione di bevande alcoliche, cosa assolutamente vietata ai minorenni, né se ritieni che questo sia un problema (a mio avviso lo è).
Ti suggerisco di considerare di iniziare un percorso psicologico che ti aiuti a capire perchè "rovini sempre tutto", aiutandoti soprattutto a scoprire un modo nuovo e migliore di essere te stessa.
Non aspettare e prenditi cura di te. L'alcol, come vedi, non serve per divertirsi né per stare bene....
Alesya (lunedì, 18 novembre 2019 19:47)
Salve dottoressa,
Ho 17 anni, l’altra sera è stata una serata di quelle tra ragazzi si beve, si ride e si scherza...... potrei aver abuso del bere e essermi sentita male.
Inizialmente stavo male ma nulla di preoccupante poi la situazione è peggiorata e gli amici che erano con me hanno ritenuto opportuno chiamare i miei genitori e l’ambulanza. Io personalmente penso che dell’ambulanza non ce ne fosse il bisogno ma se hanno pensato di chiamarla avranno avuto le loro buone ragioni.
A distanza di due giorni oltre al fatto che tutti ne parlano e molti mi riconoscono ho un profondo senso di colpa per i miei genitori, perché non era la prima volta che non mi sentivo bene per colpa di una serata alcolica (ma non tanto quanto questa volta), per i miei amici che hanno dovuto assistermi e gli ho rovinato la serata, per me stessa in quanto ancora oggi non sto bene e altri motivi correlati ai precedenti.
Con la mia famiglia, solitamente ho un rapporto fantastico, ma quando accadono queste cose si indebolisce e stavolta lo sento molto compromesso.
La fiducia poi è un tasto a me particolarmente sensibile.
Ho la continua paura di non dare le giuste soddisfazioni e ripagare la fiducia in me riposta. Spesso riesco a rovinare tutto e questo mi fa sempre sentire molto male e in colpa.
So che sono sciocchezze e ci sono problemi più seri però non riesco a smettere di pensare a ciò che ho fatto e quanto male mi fa sentire.
Le chiedo scusa se mi sono dilungata, la ringrazio se deciderà di rispondermi.
Giangi (lunedì, 07 ottobre 2019 15:17)
Cara dottoressa, lei vorrei sottoporre il mio caso. Ho avuto una bellissima storia d’amore, come amante di una donna sposata, per circa dodici anni. Entrambi eravamo sposati e felicissimi di questo nostro folle amore. Purtroppo il caso ha voluto che suo marito morisse prematuramente .
Dopo questo luttuoso evento lei si è fatta assalire dagli scrupoli di coscienza e ora dice di vedermi come il peccato e di non provare più amore nei miei confronti, anzi a causa di questo scrupolo di coscienza dice che per ora non vuole amare ne essere amata. Capisco sicuramente il lutto e so che ci vuole del tempo per metabolizzarlo, ma non riesco a capire lo scrupolo di coscienza e questa totale chiusura nei confronti di una storia d’amore meravigliosa. Mi sono permesso di sottoporgli questo caso per capirci di e per avere un suo parere
Grazie
Annalisa (lunedì, 02 settembre 2019 11:03)
Gentile Fiorello la ringrazio per la sua domanda.
Posso dirle che a volte ci imponiamo sensi di colpa volontariamente per punirci di qualcosa che riteniamo essere nostra responsabilità, come scrivo nell'articolo; tuttavia, onestamente, non riesco a mettere insieme il concetto di "autoimposto" con quello di "involontario"; mi sembrano in contraddizione poiché se qualcosa ce lo si impone lo si fa volontariamente e certamente con un pizzico di consapevolezza. Non credo dunque, ma è un mio parere, che qualcosa di autoimposto possa essere involontario poiché per imporsi qualcosa occorre un atto di volontà.
Fiorello Allegri (giovedì, 29 agosto 2019 12:15)
Salve Dottoressa, per favore potrei sapere se esiste un "senso di colpa auto imposto involontario"?
Grazie
Carla (mercoledì, 21 agosto 2019 11:48)
Salve dottoressa ho 23 anni, qualche tempo fa conobbi un ragazzo con cui conclusi la storia poco dopo a causa di incertezze che io avevo nei suoi confronti. Dopo un anno ci risentiamo e cerco di modificare il mio atteggiamento nei suoi confronti. All’inizo ero molto euforica, motivo per cui c’è stato un iniziale approccio fisico. Purtroppo però col passare del tempo quelle insicurezze dovute al suo comportamento e al suo modo di pensare (forte gelosia, a volte lo sento poco sincero, non mi comprende se ho impegni universitari perché lui ha la terza media etc) che avevo un tempo nei suoi confronti si sono ripresentate in maniera più evidente. Ho questo senso di colpa per aver ritentato qualcosa che sapevo in fin dei conti come sarebbe andata a finire, che avrebbe provocato preoccupazioni alle persone a me più care e in primis a me. Sono una brava ragazza, con molte passioni e con una media molto alta all’università. Soprattutto non avendo avuto mai una vera e propria relazione, questo cosa del contatto fisico nemmeno voluto da parte mia, mi ha destabilizzata moltissimo. Mi sento in colpa per aver tradito me stessa e gli altri. Vorrei tanto trovare un modo per liberarmi da questa persona, ma ho paura della sua reazione.
FEDERICA (martedì, 25 giugno 2019 17:25)
SALVE D.SSA,
SPERO POSSA DARMI QLC CONSIGLIO.
CERCHERò DI ESSERE SINTETICA MA DI SPIEGARE AL MEGLIO LA MIA SITUAZIONE.
CON MIO PADRE HO SEMPRE AVUTO UN RAPPORTO TRAVAGLIATO..MIO PADRE HA UN CARATTERE DA PADRE PADRONE, HA UN MODO TUTTO SUO DI DIMOSTRARE AFFETTO, PIU CON LE COSE MATERIALI . IN 39 ANNI NON MI SONO MAI SENTITA DIRE BRAVA, O HAI FATTO BENE, O APPREZZATO QUALSIASI SFORZO POSSA AVER FATTO PER AVERE LA SUA APPROVAZIONE.
HO PROVATO A SEGUIRE LA SUA STRADA PIU VOLTE, A PRENDERMI CARICO DEI SUOI LAVORI MA E' SEMPRE FINITA MALE, MI RITROVAVO DEPRESSA,FERITA, CON L'AUTOSTIMA SOTTO I PIEDI E A RIPARTIRE DA ZERO CON LE MIE FORZE E USCIRNE NON E' MAI STATO FACILE.
ORA A DISTANZA DI 9 ANNI ..LUI NE HA 72...A NOVEMBRE ABBIAMO INIZIATO A RISENTIRCI...IO HO UN COMPAGNO DA 2 ANNI..E' RIUSCITO A CONVICERE ENTRAMBI O MEGLIO IO SONO STATA CONVINTA DAL MIO COMPAGNO A LASCIARE ENTRAMBI IL LAVORO CHE AVEVAMO A TEMPO INDETERMINATO E A SCONVOLGERE I NOSTRI RITMI PER SEGUIRE LUI
MA STA ANDANDO DI NUOVO MALISSIMO.
LA DIFFERENZA è CHE MI HA INTESTATO UNA SOCIETA' HA INVESTITO DEI SOLDI PER RIFARE DEI LAVORI MA I SUOI ATTEGGIAMENTI SONO SEMPRE MOLTO DURI. HO PROVATO A PARLARNE MA DIFFICILE CAMBIARE UNA PERSONA A 72 ANNI,PERSONA CHE NELLA SUA VITA NON RIESCE A MANTENERE NESSUN RAPPORTO INTERPERSONALE DI AMICIZIA VERA.
ORA MI RITROVO AD AVERE STRESS DA PARTE DI MIO PADRE MA ANCHE DA PARTE DEL MIO RAGAZZO CHE DA UN LATO MI SOSTIENE MA DALL'ALTRO SPESSO SFOGA LA SUA RABBIA E FRUSTRAZIONE SU DI ME.
VORREI TORNARE INDIETRO MA PROVO DEI GRAN SENSI DI COLPA.
DA UN LATO VEDO LA MIA SALVEZZA NEL RIACQUISTARE LA MIA AUTONOMIA ANCHE SE DA DIPENDENTE IN QUALCHE AZIENDA...DALL'ALTRA PROVO UN GRAN SENSO DI RESPONSABILITA' PERCHE' LO VEDO ANZIANO E STANCO E PERCHè SO CHE NEL SUO MODO CONTORTO DI COMPORTARSI VUOLE IL MASSIMO PER ME....MA NON HA UN LIMITE...NON RIESCE A CAPIRE CHE HO UNA MIA VITA, UNA MIA TESTA...MI DISPIACE PERCHE' SO DI FARGLI DEL MALE ANCHE SE LUI ME NE HA FATTO TANTO E NE HO PAGATE LE CONSEGUENZE SULLA VITA KE HO AVUTO.
SONO UNA PERSONA CHE FACCIO MOLTA FATICA A FAR DEL MALE A UNA PERSONA...QUINDI TRA LE DUE SACRIFICO ME PER VEDERE UNA PERSONA FELICE...MA SO CHE E ' GIUSTA ANCHE PENSARE A SE STESSI A VOLTE PERCHE' E' ANCHE LA MIA DI VITA
ALESSIO (giovedì, 02 maggio 2019 19:17)
B.SERA DOTTORESSA SONO UN RAGAZZO DI 34 ANNI SPOSATO CON UN FIGLIO DI 3 ANNI E MEZZO E UN ALTRO BIMBO IN ARRIVO SONO DEPRESSO E SONO CONSAPEVOLE CHE STO FACENDO SOFFRIRE TUTTI PURE SE CON LA MENTE DICO BASTA SONO FORTE NON RIESCO A RIALZARMI . P.S IL PROBLEMA CHE APPENA MI ANGOSCIO AL TAL PUNTO DI PIANGERE TORNO DAI MIEI GENITORI LASCIANDO A CASA LORO DA SOLI PURE PER GIORNI
Annalisa (lunedì, 08 aprile 2019 15:01)
Cara Gemma, non mi dici quanti anni hai e saperlo mi aiuterebbe a capire meglio la tua situazione. In base a ciò che mi scrivi mi sembra di capire che in casa tua non ci sia molto dialogo. Sentirti in colpa non servbirà a cambiare le cose; parlare gentilmente e sinceramente con tua sorell, dicendo la verità e facendo presenti i tuoi desideri, forse servirà a stabilire un rapporto basato sul dialogo e sul diritto di esporre il proprio pensiero. In bocca al lupo.
Gemma (mercoledì, 03 aprile 2019 14:42)
Ho un senso di colpa probabilmente inculcatomi da bambina dai miei genitori,in pratica dovrei affrontare un viaggio scolastico e a casa di vadu disguidi mia sorella ha deciso di partire con me.
Dovete sapere che mia sorella pur essendo quasi maggiorenne è come una bambina...viziata...ed io volevo viaggiare da sola per riposarmi un po’ e per stare in compagnia dei miei amici,ma ora che c’è lei dovrò stare sempre allerta a ciò che fa perché per me è come una responsabilità. I miei genitori non hanno pensato a me e a questi miei pensieri...insomma sto male perché non voglio mia sorella. Cosa dovrei fare?
Anna (mercoledì, 03 ottobre 2018 14:24)
Buongiorno,
Sto vivendo con il senso di colpa di aver detto troppo quando potevo Tenere benissimo la bocca chiusa. Non so perché ma ho raccontato un momento difficile della mia vita famigliare (mia suocera è molto malata) alle maestre (nuove conosciute da una settimana) dell'asilo dei miei figli. Non so perché l'ho fatto e appena la conversazione è finita mi sono pentita. Non avrei dovuto parlare. Non sono affari loro e mi sembra di mancare di rispetto a mio marito. Mi dispiace molto di aver detto una cosa privata a sconosciute.
annalisa (lunedì, 24 settembre 2018 13:56)
gentile signor Daniel,
mi scrive di provare un disagio molto forte nella sua vita, e di avere sviluppato comportamenti che non le piacciono. Il mio suggerimento in questo caso è di rivolgersi ad un professionista nella sua città, che possa aiutarla a gestire questo momento difficile e non soltanto a sfogarsi.
Daniel (domenica, 23 settembre 2018 23:08)
Gentile dottoressa ,
Mi chiamo Daniel ,ho 41 anni e credo di avere seri problemi mentali.Non so se questo è il blog adatto,comunque provo a spiegare in maniera chiara la mia situazione,premetto che all’origine di tutto c’è un insicurezza e un ansia che mi accompagna da molto tempo,anche se ho cercato di combattere ciò lavorando ,dicevo magari un indipendenza economica mi potrà aiutare essendo cresciuto in una famiglia abbastanza rigida.superficialmente pensavo di sì ,ma quando la storia con la persona che amavo e’ finita mi e’ Crollato il mondo addosso.Allora vuoi perché avevo un mutuo sulle spalle ,vuoi perché avevo 32 anni pensavo di riuscire a dimenticarla ,cosa mai avvenuta peraltro,e mi butto a lavorare come libero professionista con scarsissimi risultati professionali anche se attualmente lavoro.Sono diventato una persona Arrogante e falsa ,quasi il buffone di turno anche sul lavoro e mi creda e’ straziante .vorrei trovare la forza di voltare pagina.Non ho amici al di fuori del lavoro ma essendo un trasfertista potra’ immaginare.Mi rendo conto che il mio caso è comune ,avevo bisogno di uno sfogo poiché ho paura di esplodere ,ho troppa rabbia repressa.le sarei grato se potesse rispondere .
Joseph (sabato, 01 settembre 2018 15:38)
Gentile Dottoressa,
Mi chiamo Joseph e ho 41 anni e da sempre vivo con il senso di colpa verso gli altri, un senso di colpa per non ottemperare alle richieste altrui e più volte sono venuto meno ai miei impegni e programmi quotidiani per seguire gli altri.
In questo periodo, per esempio, vivo all'estero e divido appartamento con una mia amica, lei ama andare in spiaggia per tutta la giornata nel week end mentre io molto meno e soprattutto ho io altri impegni di lavoro essendo libero professionista, pertnato non vado quasi mai in spiaggia con lei ma poi sento un senso di colpa per non farle compagnia.
Devo aggiungere che non c'è molta sintonia tra noi sia negli argomenti che come stile di vita e questo ha un suo peso sulla mia voglia di andare al mare, facciamo passeggiate, ceniamo insieme ma rimane un tempo più limitato.
Altre volte quando accondiscendo alle richieste altrui, pur avendo altri programmi o voglia di fare altro, lo faccio perchè mi sembra "di offendere" a dire di no, come se avessi paura della reazione altrui ad un mio rifiuto.
Forse il mio dire "si" mi rende inconsciamente più sicuro, non mi crea quello stato di ansia che si sviluppa dopo che ho detto "no, non vengo o non posso".
Quando dico si e accondiscendo alla volontà altrui subentra un senso di rabbia nei confronti di me stesso perchè non sono riuscito a rispettare le mie scelte, il mio volere.
Dottoressa, vivo male questo senso di colpa che mi porta ad avere un blocco e rimugino sulla situazione quale che sia la mia risposta.
Come posso lavorare su questo espetto?
La ringrazio
Rossana Baroncini (mercoledì, 01 agosto 2018 19:17)
Dopo una convivenza di 5 anni per una mia arrabbiature stupIda me nè sono andata da cadatto, sempre rabbiosa doro 30 giorni mi ha detto che era stsno e ora sta con un altra, ora dopo aver fatto io mea culupa ma senza ottenere nulla, lun sta con un altra, però continua a mandarmi messaggi sul nostro pastato, dicendo che lo ricordetà con amore e che è contento sia cambiata ma niente, non mi da una seconda possibilità e sta sempre con lei, ha una posizione importante di lavoro e credo voglia mantenere un buon rapporto per non passare da "stronzo"ma io sto morendo dentro aiutatemi, perché lo fa?
Annalisa (giovedì, 21 giugno 2018 22:55)
Cara Daya, capisco come ti puoi sentire ma ti invito a riflettere su una cosa molto importante: non possiamo indurre l'amore nell'altro. Per quanto possiamo sforzarci, non possiamo forzare un sentimento nell'altro se il sentimento non c'è o non c'è più. Forse questo ragazzo non ha le idee chiare o forse ha capito che non è più innamorato. In ogni caso, ha fatto la sua scelta per quanto dolorosa sia. I sensi di colpa ci fanno rimanere agganciati ad un passato che non può essere modificato: la cosa più saggia che possiamo fare è imparare dagli errori che abbiamo commesso, evitando di commetterli ancora.
Daya (giovedì, 21 giugno 2018 12:11)
Salve dottoressa. Ho 18 anni. Da un mese sono stata lasciata dal mio ragazzo per motivi che non ho mai saputo. Proprio per questo, il mio cervello rimugina sopra questa cosa e deduce tante cose. Anche se ultimamente l'unica cosa a cui penso è che sia colpa mia. Non ho un bel carattere , lo ammetto, a lui più volte glielo avevo detto (questo a causa di un'esperienza passata in cui sono rimasta molto male). A volte lo trattavo male(rispondevo male), oppure a causa del suo peso lo opprimevo di andare in palestra. La nostra relazione andava tra alti e bassi che dipendevano da quanto ero stressata. Ovviamente gli davo tutto l'amore che avevo, ho rinunciato agli amici e ho litigato con tutti i parenti per lui. Sono andata contro le mie usanze (vergine fino al matrimonio) e gli ho donato ciò che di prezioso avevo. Nell'ultimo mese quando avevo percepito che si stava allontanando feci di tutto pur di tenermelo strettoe dimostrargli che ci tenevo. Uscii con i suoi amici (per niente simpatici), andai a cena dai suoi e gli stavo accanto, gli ho pure detto che avrei dato la mia vita per lui. Ma niente, lui si allontanava sempre di più e io continuavo a chiedergli il perché, ma la risposta era:" non lo so", oppure "non c'è niente che non va, io sono normale".
Gli ho chiesto se fosse per qualcosa che ho fatto ma ha detto di no. Dopo due anni di relazione in cui pure lui mi diede tutto non riesco a capire. Sto troppo male, e non tanto perché è finita(cioè si ovviamente) ma i sensi di colpa mi logorano dentro,la paura che sia finita così perché non gli ho dimostrato abbastanza mi blocca il respiro e non so più che fare.
La prego mi dia qualche consiglio, ho bisogno di andare avanti per stare meglio.
Chiara (venerdì, 01 giugno 2018 20:30)
Buonasera dottoressa.
Mi chiamo Chiara e sono una ragazza di 23 anni.
La mia vita ultimamente è cambiata molto e non so come sentirmi di nuovo bene ed in pace con me stessa come prima.
Diversi mesi fa sono iniziate a capitarmi una serie di brutte cose una dietro l'altra, ho sofferto però soprattutto perché non è andata bene la mia relazione.
Ma da questo mio soffrire per la relazione è scattato dentro di me il ricordo di un trauma passato da piccola, all'età di 12/13 anni, una cosa che ho fatto per un po' di tempo per me gravissima che non riesco a perdonarmi. Anche se so che non ero cosciente vorrei avere anche il parere di una persona esperta come lei per sapere se a quell'etá si possono fare delle cose di cui ci si rende conto da grandi di quanto siano state gravi.
Non so nemmeno cosa mi abbia fatto scattare questo ricordo ma non riesco a viverlo bene e sto spesso lontano da casa perché é una cosa in famiglia. Avevo superato da tempo questo e non ci ho hai pensato, ho sempre guardato al mio futuro, mi sono impegnata moltissimo ed avevo un ottimismo ed un'energia vitale che adesso per questo immenso senso di colpa mi manca.
Carolina (domenica, 06 maggio 2018 18:05)
Buon giorno dottoressa . Sono una ragazza straniera di 23 anni .
Dentro di me praticamente siamo in due ,io che voglio cercare di essere tutta perfetta , che voglio accontentare tutti ed esserci per tutti .
E poi ci sono di nuovo io ma inversione stressata,precupata,nervosa,pensierosa,ansiosa, pessimista ,.ect
Ho un bambino di 5 anni e un compagno di 33 anni , la mia vita di adulta ha avuto inizio troppo presto , praticamente anche da bambina mi sentivo già grande però ormai non sono più una bambina e le responsabilità si fanno sentire sempre di più, mi sento quasi sempre sotto pressione con qualsiasi cosa e in qualsiasi momento .
Lavoravo facendo la badante però mi sono detta a me stessa che non voglio più fare quel lavoro , voglio un lavoro all'altezza della mia età qualcosa di più degno per me .
Per me non è tanto facile trovare lavoro perché non ho finito la scuola a causa della mia prematura gravidanza , il bambino è diventato una priorità!! .
Adesso ho trovato un lavoro che pensavo poteva piacermi , però mi sento in confusione perché in quel lavoro mi sento con molta pressione addosso , praticamente tutto quello che faccio non va bene , ho presso parole per colpa degli altri e mi sento ancora peggio .
Poi con questo nuovo lavoro non ho tempo per il mio bambino devo lavorare anche di domenica fino a tardi .
Mi sento che non potrò mai essere felice perché quando sto facendo qualcosa per me , ho qualcosa che penso vada bene invece è al contrario e la mi sento un fallimento vero e proprio .
Adesso mi trovo in uno stato d'ansia tremendo è non so cosa fare però ho bisogno del lavoro .
Di frequente pensó en la morte è non so perché , mi sento finità , i sensi di colpa mi stanno uccidendo. Cosa posso fare
Annalisa (martedì, 20 marzo 2018 19:28)
Gentile Marco,
lei ha compreso di aver fatto qualcosa che non condivide più. Ma si tratta di qualcosa che è ormai nel passato, non lo riporti in vita continuamente pensandoci. Il senso di colpa serve se ci aiuta a non compiere più lo stesso errore, se ci avvicina agli altri con rinnovato rispetto, se ci permette di migliorare. Non serve quando ci lascia inerti e addolorati nell'inazione e nel rimpianto. I pensieri autopunitivi che ha sono indicativi del fatto che lei non si perdona e non vuole accettare il suo passato. Li lasci scorrere senza soffermarsi e si impegni ad essere l'uomo che desidera essere, andando nella direzione di ciò che ha valore e significato per lei, con pensieri e comportamenti in armonia con i suoi valori e obiettivi
Marco (lunedì, 19 marzo 2018 21:07)
Salve dr.ssa,
sin dalla tarda adolescenza ho frequentato prostitute. Ora è circa un anno che ho superato questa dipendenza ma mi stanno assalendo sensi di colpa e ossessioni. Ciò per cui mi faccio schifo e mi pento è il fatto di essere stato con quelle di strada, sicuramente sfruttate. Ora la cosa è diventata talmente forte che spesso ho la sensazione catastrofica che qualcosa o qualcuno mi colpirà (malattie, etc) e che possa essere perseguitato nell'aldilà (la cosa assurda è che io sono assolutamente ateo, razionalmente so che è un qualcosa di illogico, ma emotivamente il terrore è reale e difficile da gestire).
E' come se non riuscissi a lasciarmi andare e "meritare" un'affettività sana e vivere spensierato.
E' come se stessi sempre nella condizione di fare qualcosa, di agire, ma poi alla fine non faccio nulla (magari donare dei soldi ad associazioni, fare del volontariato qualcosa per controbilanciare anche se nella realtà non la vivrei come un qualcosa di divertente ma solo una sorta di "punizione").
Cosa mi consiglia?
Grazie
Jessica (sabato, 17 febbraio 2018 04:10)
Cara dottoressa, ho un senso di colpa che mi sta tormentando da un bel po' di mesi. Ho ferito una mia amica. MI sono innamorata del suo ex fidanzato, che tra l'altro è anche il migliore amico del mio ex. All'inizio non lo guardavo nemmeno perché non ho mai guardato gli ex delle mie amiche , neanche per sogno. Però con lui è stato diverso . Tutto è iniziato quando il mio ex fidanzato(il suo migliore amico ) mi lasciò dopo un anno di relazione , quando avevo solo 16 anni , e mi fece le corna con due ragazze del suo campeggio. Nel frattempo anche la mia amica aveva lasciato il suo ragazzo perché pensava ancora ad un altro. Così ci siamo ritrovati entrambi single e disperati; abbiamo legato molto e ci siamo sostenuti a vicenda e con il tempo siamo diventati grandi amici. Ci dicevamo tutto , ogni singola cosa. Dopodiché verso Gennaio la mia amica ha deciso di ritornarci insieme (il giorno del mio diciottesimo compleanno). Quando l'ho saputo sono scoppiata a piangere ed è lì che ho capito che mi ero innamorata di lui. Ma ormai non si poteva fare niente, era tornato insieme a lei. Perciò per dimenticarlo ho iniziato ad uscire con un altro ragazzo con cui sono stata per un bel po' di mesi. Arriva l'estate e le cose tra Giacomo e la mia amica non vanno più bene:, lei non vuole passare del tempo sola con lui, non prova più attrazione fisica , non hanno rapporti sessuali. Così lui inizia a pensare di lasciarla. Io intanto avevo lasciato quel ragazzo perché anche tra di noi le cose non andavano più bene. Ci ritroviamo di nuovo entrambi single ed inconsapevolmente innamorati l'uno dell'altra. Scopro che è innamorata di me grazie ad un'altra mia amica Giada che mi rivela questo segreto che lui teneva custodito da tanto tempo, da ben due anni:" mi aveva Amato da sempre , anche se non se ne era mai reso conto effettivamente ". Io inizio a tormentarmi. Giacomo aveva lasciAto la mia amica da due settimane circa e già pensava a me, io in fondo non avevo mai smesso di pensarlo, anche se lo avevo accantonato per cause di forza maggiore. Allora io e Giada decidiamo di andarlo a trovare in vacanza ,nel villaggio dove lavorava. Avevo un bisogno disperato di vederlo ... non per mettermi insieme a lui, ma perché davvero avevamo bisogno di parlarci. Una sera in vacanza dichiara il suo amore per me ed io faccio lo stesso , ci abbracciamo a lungo. Dopodiché io gli dico che devo parlarne con Agata(la mia amica, nonché sua ex) prima di fare qualsiasi cosa. Faccio passare l'estate per schiarirmi le idee , anche se le avevo già abbastanza chiare. Arriva settembre e decido di parlare con Agata, di dirle tutto che sono innamorata di lui e anche da tanto(non potevo più nasconderglielo!) E gli dico che lui mi ha confessato di essere innamorato di me. Lei non la prende bene ovviamente , ma mi risponde che desidera la mia felicità e che vuole che io stia bene , e che perciò posso starci insieme perché è arrabbiata più con lui che con me. Ma poi le cose si complicano... la sera stessa io e Giacomo ci diamo il nostro primo bacio tanto atteso ,dopo aver ricevuto il "consenso " da Agata. Ma la sera stessa Agata non mi guarda più in faccia ed è quello che continua a fare da 6 mesi a questa parte. Ha iniziato ad insultarmi su instagram e cose simili. Ed io non riesco a liberarmi dal senso di colpa per averla fatta soffrire e nonostante le abbia chiesto più volte di tornare amiche anche a costo di lasciare Giacomo. Dottoressa ho un disperato bisogno del suo aiuto
Anetamitkova@libero.it (martedì, 28 novembre 2017 23:58)
Buonasera dottoressa,il mio uomo separato da poco sofre di sensi di colpa per la famiglia persa , e non riesce a sopportare il dolore quando i bambini piangeno per lui 5 e 3 anni. Poi si ritrova sempre a tornare su il proprie passi .perfavore posso credere un appuntamento per lui.aiuto
Luca (mercoledì, 08 novembre 2017 16:35)
Salve dott.ssa. il mio senso di colpa è che non Vado a lavoro per quasi una settimana per motivi di salute dovuti ad una tremenda cervicale che sto curando con punture e altri farmaci,e pensp sempre e ripetutamente cosa stanno pensando di me a lavoro,oppure alle battutine stupide che ci saranno al mio rientro. Sto più male per questi motivi che per le cure che sto facendo..
Maria (venerdì, 27 ottobre 2017)
Buongiorno dottoressa, poco più di un mese fa mio marito mi ha trovato che stavo rileggendo dei messaggi del mio amante,può immaginare la confusione che è successa.sono sempre stata attenta a cancellarli subito, ma questa volta mi sono sentita di non farlo e mi ha beccata subìto.la storia con l amante è un po' particolare,infatti il dolore mi devasta, con sua moglie siamo amiche perché mia figlia sua figlia hanno frequentato la scuola materna insieme e adesso frequentanto la stessa classe di scuola elementare e più di un anno fa mi fu proposto di fare da baby sitter alla loro bambina più piccola.io accettai molti volentieri visto che mi trovavo senza lavoro e oltretutto anche per l amicizia che c era. lui 17anni più di grande di me, inizialmente quando rientrava a pranzo a casa non gli davo troppa soddisfazione solo per quello che che riguardava la bambina, da parte sua c'erano state già delle frecciatine ma a me nessun interesse. dopo parecchio tempo tempo qualcosa in me stava cambiando nei suoi confronti, abbiamo iniziato a sentirsi e per me là situazione è completamente cambiato, ho perso la testa per questa persona, anche se ci si sentiva durante il giorno non mi bastava mai, volevo sapere tenerlo sotto controllo, e il fine settimana ché ci sentivamo massimo una volta ero in crisi totale perche non sapevo che faceva, dov era nonostante aveva famiglia..non me ne faccio una ragione del fatto che sono sempre stata attenta a eliminare le chat e tutto ma quella volta è stato un attimo ad essere beccata. E più ho tradito la fiducia del mio marito , Della mia amica che oltretutto tutti i giorni la vedo a scuola perché le nostre bambine non vanno in classe insieme. La paura che con le altre mamme lei racconta qualcosa visto che io ero la baby sitter della sua bambina piccola e le mamme ne erano a conoscenza. Ultimamente si usciva tutti insieme con la famiglia..c'era veramente un bel rapporto.e io di lui ero veramente innamorato persa. Adesso della vita non provo più nulla, non mi sento più alcun valore, ogni giorno che passa non riesco a reagire a non pensare a questo grosso sbaglio.magari poteva finire prima o poi con lui ma senza essere beccata così ingenuamente. Grazie per l attenzione
Martina (giovedì, 29 giugno 2017 00:05)
Il mio senso di colpa per aver detto a mia sorella un errore che ho commesso per diversi mesi,e quindi come mi sentivo,lei non merita di preoccuparsi per me.
Luisa (venerdì, 12 maggio 2017 20:21)
Salve, dott.ssa. Da qualche anno è tornato un mio vecchio amore non vissuto a causa dei miei genitori. Nel mio cuore è rimasto sempre il ricordo di questo ragazzo, adesso uomo, che ho conosciuto......e appare ai miei occhi fantastico con le sue attenzioni e gentilezze. Cio' accade in un periodo difficile, di apatia e noia che ha intriso il mio rapporto matrimoniale. Per cui ho ricercato l'esigenza di essere amata e attenzione da questa persona. Adoro il suo modo di essere e fare ma continuo a voler bene a mio marito e a non saper scegliere la direzione e la persona da seguire.
Rita (lunedì, 28 novembre 2016 20:11)
Gentile Dott.ssa Francesca Grimaldi vorrei chiederle consiglio . Per la prima volta festeggerò il natale e il capodanno lontano dalla mia famiglia. Per le vacanze vado dal mio ragazzo che abita lontano . Purtroppo per una questione economica e di tempo, visto che mia sorella deve battezzare mio nipote a gennaio , andrò da lui per il periodo che ho detto su. (Di solito festeggio natale con i miei ma volevo esserci al battesimo di mio nipote e d'altra parte volevo stare più tempo con il mio ragazzo e per questo alla fine ho deciso per natale e capodanno e al ritorno ci sono per il battesimo). Mi sento malissimo già di mio a festeggiare lontano dalla famiglia io che sono abituata così e loro mi fanno sentire ancora peggio .Frasi tipo eh ma ti fai tutte le feste su (mia mamma con espressione rattristata dopo che le ho chiesto se le dispiaceva troppo se andavo su e se non dovevo) o tipo mia sorella che se ne è uscita con vari discorsi e che dice a mia nipote piccola eh zia non c'è a natale con un tono che ha fatto rattristare la bimba . Insomma, dicono di tutto per farmi sentire male. Non so neanche se loro lo capiscono del resto sono sempre stata molto legata alla famiglia e loro o lo sanno e ci giocano su o non l'hanno mai capito. Purtroppo non è solo questo. Da quando ho detto che vorrei provare a convivere con il mio ragazzo. Io e lui siamo in una situazione non proprio facile dal punto di vista economico ma lui ha casa e magari trovo un lavoro li da lui mentre studio . Il problema è che i miei mi vogliono sempre nel posto dove sono nata e non mi vogliono neanche far tentare. Mi dicono sempre cose del tipo se hai bisogno a chi ti rivolgerai la. Ma non è che possiamo restare sempre così perché loro mi vogliono a casa. Mi sento incastrata e malissimo perché io voglio molto bene ai miei però ho bisogno di costruirmi qualcosa. Me ne ero fatta una ragione che festeggiavo lontano e oggi me l'hanno rifatto pesare di nuovo..Non so proprio come fare per fargli capire che io non voglio andare via perché mi trovo male con loro ma perché ho bisogno di crescere e di imparare a cavarmela da sola e che andando via non intendo lasciarli per sempre .E ci vedremo comunque anche se un pò meno magari. Gli ho parlato anche direttamente ma loro non mi ascoltano. Del resto se sbaglio , sbaglierò io ma almeno tentare. Quando provo ad andare è come se mi bloccassero e io non riesco d'altra parte di mio a lasciarli.Non so se sono io a sbagliare o se sono loro. Magari sono pessima a pensare queste cose e a voler tentare anche se non so se andrà bene o meno.
Cordiali Saluti
Rita
Annalisa Barbier (lunedì, 17 ottobre 2016 10:04)
Gentile signor Giovanni la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza, difficile e dolorosa. Ogni decisione, come lei sa, rappresenta una scelta ed una susseguente rinuncia; se non siamo in grado di rinunciare a nulla - per diverse ragioni, incluso il dispiacere di provocare sofferenza alle persone che amiamo - allora anche la nostra capacità di scelta ne risulta estremamente impedita se non annullata. E questa situazione nel lungo termine porta sempre maggiore confusione e dolore a tutte le persone coinvolte.
Comprendo le remore nel rivolgersi ad un professionista, poiché un percorso di consapevolezza e cambiamento la spaventa, ma il mio suggerimento è proprio quello di chiedere un sostegno in questa delicata fase della sua vita. Un sostegno che la possa aiutare a comprendere più a fondo le dinamiche che la spingono in questa spirale di indecisione e sensi di colpa, non permettendole di uscirne prendendo una decisione.
Le auguro di poter presto comprendere cosa fare e mando un caro saluto.
Francesca (domenica, 16 ottobre 2016 12:18)
Gent.ma Dr.ssa con mio marito abbiamo avuto un rapporto molto complesso. Grande amore ma anche grandi litigi e scatti di rabbia. In alcuni casi, anche a seguito di mie continue provocazioni, perdevamo entrambe la testa e ci strattonavamo. Tuttavia preciso che non ci sono mai stati schiaffi o pugni. Solo strattonamenti ed io forse in qualche caso ho tirato i capelli. Da circa 3 anni è ormai tutto finito. Con la nascita dei nostri due meravigliosi bambini non esistono più litigi né quelle brutte cose che facevamo. Oggi regna solo serenità. Qualche giorno fa tuttavia mio marito ha ricordato quei periodi di strattonamenti e qualche livido nelle braccia e mi ha chiesto scusa. A me dispiace perché non vorrei avesse questo senso di colpa per una cosa ormai passata e dove anche io ci mettevo il mio anche perché oggi lui è marito e padre meraviglioso. Che ne pensa lei?
Francesca (mercoledì, 28 settembre 2016 00:19)
Gent.ma Dr ssa sto con mio marito da diversi anni, quasi 30. Mio marito è una persona buonissima, voluta bene da tutti e non farebbe male ad una mosca. Non ha infatti mai litigato con nessuno. Purtroppo però abbiamo passato anni fa un brutto periodo ed anche a causa di alcune mie provocazioni sui suoi genitori e per la mia forte gelosia abbiamo avuto almeno 4 confronti accessi di rabbia con sttattonamenti e spintoni ma per carità nulla di altro ovvero ne' schiaffi ne' pugni grazie a dio. Entrambi eravamo coinvolti in una forte ora. Io provocavo, lui nervoso mi spingeva ed io rispondevo ai suoi spintoni. Dopo questo periodo difficile sono nati i nostri meravigliosi figli e da qualche anno ormai non succede più nulla. Mio marito non fa che accarezzare ed avere protezione per me ed i miei figli. L'altra volta però mi ha fatto commuovere chiedendomi perdono per quegli episodi di contatto fisico avuto anni addietro. Mi ha detto di amarmi seppur dopo quasi 30 anni e mi ha chiesto scusa. Adesso mi dispiacerebbe se lui avesse sensi di colpa perché ormai è tutto vecchio e lui è un marito meraviglioso e padre stupendo.
Giovanni (venerdì, 02 settembre 2016 15:53)
Buonasera dottoressa,
Ho 50 anni, sono stato stato insieme a mia moglie per 20 amandola ed essendo amato, qualche alto e basso nel corso del matrimonio ma ci siamo sempre portati rispetto reciproco, rispettando tempi e spazi. Poi all'improvviso ho conosciuto sul lavoro una ragazza, più giovane di me di 10 anni, solare, sensibile, unica. All'inizio provavo verso di lei premura... Affetto... Allontanavo l'attrazione. No ...non sarò io che tradisco ... ... Sono passati mesi prima che l'inevitabile poi succedesse e via via che esplodesse passione ed approfondissimo la nostra conoscenza e ci innamorassimo.
Dopo due anni di incontri clandestini... Ho lasciato mia moglie uscendo di casa ma il dolore per quello che facevo mi ha fatto tornare in casa più volte senza comunque che tra me e mia moglie andasse bene, non c'era sesso perché io non riuscivo ad avere rapporti con lei amando un'altra ragazza ma comunque erano ripicche,discussioni,controllo, mancanza di fiducia... Ed in più provavo nuovi sensi di colpa per la ragazza che comunque io amavo. Sono angosciato dal senso di colpa per avere infranto i miei principi, non mi do pace per avere tradito mia moglie ed averla fatta soffrire. Allontanandomi dalla ragazza che dicevo di amare, ero convinto che rinunciando ad amarla... Avrei rimediato al torto fatto a mia moglie. Ma con mia moglie non è' mai andata dopo il tradimento... Quindi ecco che poi dalla ragazza io ci tornavo... Che tutte le volte mi ha sempre ripreso... E poi mi riallontanavo per stare vicino a mia moglie, per lenire il suo dolore.... È così via.... Poi torno dalla ragazza che però mi manca e sento di amare... E poi la lascio....
In tutto questo ho cambiato città... Allontanandomi da entrambe...ero confuso.
Sono ormai 4 anni di tira e molla, con la ragazza siamo stati anche anni senza vederci, il periodo più doloroso per me, nello stesso periodo sono stato solo, con mia moglie qualche messaggio, qualche nota auguri per le feste poi stop... da qualche mese però la mia storia con la ragazza e' ricominciata però... In un altra città facciamo tutto quello che fa una coppia normale, usciamo per una passeggiata, andiamo a fare aperitivo, la spesa, andiamo a cena.... Credevo di avere chiuso col passato... Lei mi ama ed io la amo ma ora che la nostra storia prende piede e va a gonfie vele ... Ma ora che possiamo ricongiungere le distanze, iniziare a convivere ed essere felici insieme... A volte... Mi dico: se lei (mia moglie) poi ci vedesse per strada insieme, cosa faccio? La faccio soffrire solo di più...ancora dopo 4 anni che sono uscito di casa non riesco a capacitarmi di avere ferito mia moglie e sono terrorizzato dal vivere il mio amore con la ragazza che amo per paura che mia moglie soffra.
sono davvero confuso.ancora.
So di fare del male anche alla ragazza se la lascio di nuovo...
Ma l'idea di far soffrire ancora mia moglie mi paralizza.
Mi aiuti per favore...
Ho paura di una terapia, di scoprire cose sul mio passato, sulla mia famiglia e non so neanche che tipo di indirizzo possa essermi più utile... E se posso venirne a capo.