Come ho già scritto in altri miei articoli, la manipolazione è una forma di comunicazione che, in una certa misura, tutti utilizziamo. Il problema sorge quando, in una relazione (affettiva, familiare, professionale) tale forma di comunicazione diventa quella preponderante o addirittura esclusiva, e soprattutto quando mira a sopraffare l’altro attraverso la svalutazione, l’offesa e la destabilizzazione psicologica. La pericolosità della manipolazione cresce in maniera esponenziale quando questa si verifica all’interno di una relazione in cui esiste una forte componente affettiva, e in cui sono presenti sentimenti ed emozioni profonde.
Il malessere psicologico provocato da una relazione manipolatoria nella vittima è tristemente noto: perdita del senso di identità con conseguenti depressione, ansia e attacchi di panico, disturbi psicosomatici, insonnia, isolamento, senso di vergogna e indegnità, angoscia, perdita di fiducia in se stessi.
Sebbene sia difficile – se non si è preparati – identificare gli indicatori precoci di manipolazione, è importante comprendere che la manipolazione è come una danza: si esegue in due. E’ una dinamica che richiede sempre la partecipazione attiva di due persone.
Ciò non vuole essere in nessun modo un’accusa nei confronti della vittima, ma anzi un incoraggiamento perché se vi trovate
intrappolati in una relazione manipolatoria, anche se non potrete modificare il comportamento della persona manipolatrice (PM), potrete comunque cambiare il vostro, e quindi
porre fine alla manipolazione.
QUALI SONO LE PREMESSE PER CADERE NELLA TRAPPOLA ?
Esistono alcune caratteristiche psicologiche che rappresentano i presupposti per divenire potenziali “vittime” di manipolazione emotiva, ma gli elementi fondamentali che le accomunano sono a mio avviso quattro:
- Idealizzazione della PM
- Sottovalutazione del proprio valore personale
- Bisogno di ottenere l’approvazione dell’altro (o altra)
- Paura dell’abbandono
Credo di poter dire che le condizioni sopra indicate siano le prime responsabili a spingere la vittima ad addentrarsi sempre di più all’interno della relazione manipolatoria, fino a restarne intrappolata. Il punto infatti è che il meccanismo della manipolazione si verifica solamente quando una persona (la vittima o potenziale vittima), in maniera più o meno consapevole, cerca a tutti i costi di ottenere l’approvazione della PM. Questo è il meccanismo che la spinge a sostenere lunghe, estenuanti ed infruttuose discussioni che arrivano a mettere in discussione la sua visione della realtà, e addirittura possono ledere il suo senso del valore personale ed infine il suo senso di identità.
Finché nel cuore della vittima albergheranno l’insicurezza ed il profondo bisogno di essere approvata ed accettata dalla PM per sentire di avere valore, avrà luogo una infinita, dolorosa e distruttiva danza della manipolazione. Una danza in cui la vittima cercherà con tutte le sue forze di dimostrare di non meritare le critiche e gli attacchi mossi dalla PM, senza riuscirvi (è questo lo scopo della PM).
Ecco perché, alle persone che mi chiedono aiuto, insegno innanzitutto a riconoscere il proprio ruolo attivo in questa danza (come la definisce Robin Stern “tango della manipolazione), per poi iniziare ad analizzare i fattori psicologici e comportamentali che le hanno portate ad iniziare a portare avanti la relazione con una PM.
Solamente dopo aver preso consapevolezza di questi meccanismi psicologici - e del modo specifico e peculiare in cui essi operano in ognuna di loro - potremo lavorare al cambiamento e alla ricostruzione.
Articoli Correlati: Come riconoscere i manipolatori affettivi; Donne che amano troppo; Liberarsi dal senso di colpa; Come interrompere la manipolazione emotiva
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bettina belli (sabato, 28 giugno 2014 08:32)
A volte uno si ritrova in quella trappola,senza esserne consapevole e fino a un certo punto,senza via d'uscita,come è capitato a me. Il manipolatore affettivo è mio padre! Mia madre era la sua prima vittima e e io ho dovuto aspettare la maggiore età,21 anni ai miei tempi,per uscire pian piano dalle sue spire. La mamma è morta,devastata.Lui ha 92 anni e ci prova ancora!!Ci sono difese legali contro queste persone,che continuano a fare danni per tutta una vita a chiunque capiti in relazione più stretta,affettiva o di lavoro,con loro??Battetevi per questo,per creare strumenti legali di difesa a favore delle vittime!!!!
Annalisa Barbier (sabato, 28 giugno 2014 09:09)
Gentile Bettina, purtroppo si tratta di un fenomeno di sottostimata frequenza e gravità, e i danni che è in grado di far sono davvero profondi e molto spesso compromettono gravemente la qualità della vita relazionale, professionale e sentimentale. Con la nostra associazione "La volpe nascosta" ci stiamo muovendo e battendo affinché questo fenomeno sia identificabile sempre più precocemente, per firmare i giovani al rispetto e alla capacità di comunicare e vivere le emozioni in maniera costruttiva e sana, ma soprattutto per aiutare le vittime di questa forma subdola di violenza. Vieni a visitare il nostro sito www.lavolpenascosta.com e la nostra pagina Facebook e contattaci per aiuto o informazioni se vuoi. Grazie per il tuo supporto.
Annalisa Barbier
Luca (mercoledì, 06 agosto 2014 00:24)
Poiché ho avuto una terribile esperienza in tal senso, vorrei poter offrire, se fosse utile, la mia storia e la mia testimonianza a chi è ancora intrappolato in una storia sentimentale con un soggetto narcisista (nel senso del disturbo di personalità) e manipolatore.
Sarebbe forse l'unico modo di dare un senso a due anni di vita buttati, e per i quali pago ancora delle conseguenze.
Nel caso, posso lasciare privatamente la mia email.
Luca (mercoledì, 06 agosto 2014 00:52)
Mi sembra che all'ottimo quadro che risulta dai vari articoli si possa aggiungere la "mossa" iniziale, l'esordio, che spesso mette in atto la persona narcisista-manipolatrice. La descriverei come una sorta di tempesta positiva, del tutto sganciata da tempi e modi ordinari, di apprezzamento, sovrastima e adulazione nei confronti della vittima. Frasi del tipo "sei la persona che più di ogni altro sa capirmi", "sei tu la persona con cui vorrei vivere", "sei la mia vera famiglia". Con questa overdose iniziale di gratificazione, il narcisista convince la sua vittima (debole e insicura) che da lui/lei dipende la felicità dell'altro. In questo modo si impossessa del potere, che comincia presto a gestire, nei momenti di conflittualità, con frasi tipo "posso lasciarti in qualsiasi momento", o con atteggiamenti sprezzanti o volgari il cui significato è: "non mi disturbare, se hai gelosie o problemi, è per colpa tua, sono tuoi fantasmi". L'uso del telefono cellulare, da spegnere o da riaccendere per comunicare secondo i suoi tempi e la sua voglia, meriterebbe un volume a parte dedicato a questo genere di persone, così nocive da non sapere se dobbiamo considerarle "malate" o "criminali".
ANNALISA BARBIER (giovedì, 07 agosto 2014 17:32)
Gentile Luca, grazie per il suo messaggio: la sua testimonianza sarà certamente utile e d'aiuto.
Mi invii la sua mail all'indirizzo annalisabarbier70@gmail.com
Forse potremmo pubblicarla, in modo anonimo, sul sito della mia associazione "La volpe Nascosta" che si occupa proprio di manipolazione emotiva
Alessandro (giovedì, 09 luglio 2015 21:33)
-Dall'alto della collina-
Una delle caratteristiche salienti, che spesso ebbi a notare nel comportamento di mia moglie,
fu l'ostinazione con la quale lei continuò ad attribuirmi delle responsabilità che proprio non mi competevano.
Qui di seguito ora inserisco una sua frase estrapolata da una chat tenuta qualche tempo fa con un'amica:
"Lui mi toglie il futuro, è cambiato troppo, è musicista ma non suona attualmente in pubblico, non si relaziona con nessuno ed io non posso essere l'unica persona con la quale si
confronta.....lui mi toglie il respiro.......mi riempie di ansia.......è faticosissimo stare con lui..!!"
Come possiamo verificare, la frase contiene molti concetti ed è pregna di un vittimismo esasperato.
Vista crudamente, non è altro che una lista di giudizi e di accuse dove il pronome LUI, la fa da padrone!
Possiamo spesso notare come questo tipo di persone ( scusate se ho aperto la rubrica) usi quasi esclusivamente il pronome "IO" per attribuirsi con arroganza, qualsivoglia azione o
fatto, volto a sentirsi vittime compiante, oppure creature perfette, competenti, ammirate.
Mentre viene usato il pronome LUI per tutto quel ciarpame negativo, che fa parte inevitabilmente del loro lato ombra, ma che non riconoscendo proiettano sull'altro, destabilizzandolo emotivamente! Ed evitando poi accuratamente di farsi due conti in tasca.
Lo so.. il dolore non è una buona compagnia, ma anche il sommo DANTE nella sua opera divina, è passato prima dall'inferno per approdare poi al paradiso.
Ma iniziamo considerando meglio la frase che apre la disamina:" Lui mi toglie il futuro!!"
La domanda si può porre in questi termini:
Può davvero una persona attraverso un cambiamento, le cui quantità e qualità non vengono neppure menzionate, togliere il futuro ad un'altra? Ma di che cambiamento si tratta? Si è
trasformata in un mostro? Si ritrovereranno alla ribalta della cronaca, lui accusato di femminicidio, lei finalmente, vittima...sacrificale?
Togliere il futuro significa dunque questo?
Che poi FEMMINE...ce ne sono ancora? Nel mio caso ho smesso di chiamarle così in terza elementare.
Sembra invece che a me, la mia LEI continui a darmi del MASCHIO....ma nel senso più dispregiativo del termine!
E pensare...e sentire....che siamo esseri!!
Oppure, può davvero una persona, dedicando tempo ed energie allo studio musicale anzichè alla pura performance davanti ad un pubblico, togliere il respiro ad un'altra? La musica
passiva induce la dispnea? O è il rimpianto di una vecchia "Groopie" narcisista, che non può più identificarsi con la sua "Pseudorockstar"?
O ancora, può davvero una persona scegliere, in possesso di libero arbitrio, di apprezzare la propria solitudine, senza necessariamente causare ansia ad un'altra? Certo ho sempre
notato come il silenzio e mia moglie siano nemici!
Centinaia di apparecchi TV accesi, centinaia di commenti, talkshow, tg, talent, centinaia, migliaia di parole.....idee...concetti....ma da cosa si fugge? Considerando la domanda mi
verrebbe da dire che solo osservandola attentamente, da essa stessa si possa ricavare la risposta! Proviamoci insieme.
E per finire, è veramente negativo, insopportabile nel peso e nella sostanza, in periodi di bisogno umano profondo, fare riferimento all'unica persona che hai voluto e desiderato tanto
da unirti a lei promettendole, e ricevendo promessa di quel che ben sapete e avete sentito pronunciare tante volte, durante il rito del matrimonio?
Forse c'è solo da lasciar cadere quel velo per guardare finalmente ciò che attraverso la sottile impalpabile seduzione agita su di noi, un giorno ci ha stregato....
è il disincanto, è la disillusione, con la sua morsa di dolore che invade chi per troppo tempo si è scaldato al fuoco fatuo della dipendenza affettiva.
Lo so!... Vi capisco, alla fine, ancora una volta, potrei essere accusato di cinismo, ma considerate che dopo quindici anni di relazione, che mi ha causato parecchi disturbi, senza
voler gettare colpe a vanvera perché sicuramente io ne ero psichicamente predisposto, per la prima volta (meglio tardi che mai) riesco a salire sulla mia collina e ad osservare da qui
la valle....credetemi.....qui in collina si respira benissimo, oggi poi non c'è foschia, tutto e chiaro, cristallino, reale!
Tiziano (domenica, 01 gennaio 2017 11:33)
Colleghi stretti, lei carina simpatica la classica ragazza acqua e sapone della porta accanto, più giovane di me di 10 anni, mi confido.Diventiamo grandi amici ad un certo punto ci baciamo, io sposato lei fidanzata.Inizia un lungo tormento di si/no...non riesce a venire a letto con me perché non si sente di tradire il suo lui. Intanto continuiamo tra i tira e molla i suoi silenzi e fughe misteriose a vederci...ci baciamo le mi può toccare io assolutamente no...il massimo che mi concede un petting lacerante con i vestiti. Mi separo, l'aspetto nulla...solo promesse e rimandi e tanti se...
Riesco a chiudere la storia...ritorno con mia moglie e nonostante sia in azienda, ricorro ad ogni difesa. Lei sembra cercarmi, io nulla .Dopo due anni si sposa e va a vivere in un'altra città. Tra figli aspettative passano dieci anni circa e rientra.Mi sembra tutto normale,la tengo a bada, poi vengo a sapere che si sente con due colleghi e con un uno in modo particolare, forse anche un altro... Abbiamo un chiarimento mi dice innanzitutto che sta per separarsi e che non c'è nessuna storia e che quel collega è brutto gli fa schifo e a stento lo conosce...giura sui figli. Poi mi dice che con me, il rapporto è di amore, lei è convinta che siamo ancora innamorati ma ci dobbiamo accettare così.Lei non può accettare mezze misure (io sposato) resterà sempre innamorata di me e io di lei...
Mi invita a riflettere...ho cancellato (se può servire) il suo cellulare.
Credo ad ogni modo, che se non le mando segnali, viste le sue relazioni...non dovrebbe più rompere.
Sono convinto sia una malata, nonché persona negativa e questa, una brutta storia da cui spero di trarne una buona lezione di vita.