Lo schema della vulnerabilità
Cos'è uno schema disfunzionale?
Uno schema disfunzionale è un modello di funzionamento psicologico generale e pervasivo che origina durante l’infanzia o nella prima adolescenza, ed influisce sui tutto il resto della nostra vita adulta.
Scritto da: Dott.ssa Annalisa Barbier
Tipicamente uno schema disfunzionale inizia con qualcosa che ci viene detto o fatto dalla nostra famiglia di origine, o da altri bambini: ad esempio abusi o mancanza di cure da parte delle figure di accudimento, abbandono o morte di un genitore, critiche continue e svalutazioni, emarginazione e bullismo da parte dei pari; si tratta insomma di una o più esperienze negative che si imprimono nella nostra mente e diventano parte di noi, del modo in cui ci consideriamo e consideriamo gli altri.
Questi schemi disfunzionali determinano il modo in cui interpretiamo ciò che accade, i nostri pensieri e le nostre sensazioni, il modo in cui ci relazioniamo con gli altri e molti altri nostri comportamenti, e sono in grado di suscitare emozioni spiacevoli molto forti come ansia, paura e rabbia. Ogni schema si attiva – o si COSTELLA - solamente in presenza di determinate circostanze o situazioni che in qualche modo richiamano alla memoria, inconsapevolmente, il trauma che lo ha originato. Uno schema comprende dunque:
- Pensieri
- Ricordi e memorie
- Aspettative su di sé e sugli altri
- Emozioni
- Sensazioni fisiche
- Comportamenti
Lo schema disfunzionale di VULNERABILITÀ è responsabile della tendenza a pensare frequentemente che succederà qualcosa di brutto, a noi o ai nostri cari. Si tratta di una paura resistente, irrazionale e molto profonda, che può riguardare diversi ambiti della nostra vita:
- La salute e malattia
- Pericolo
- Povertà e perdita economica
- Perdita di controllo psicologico ed “esaurimento nervoso”
Lo stato d’animo principalmente correlato a questo schema è costituito dall’ANSIA, associata ad altre emozioni e stati d’animo come paura, agitazione, inquietudine, presentimenti negativi.
COME AGISCE LO SCHEMA?
Infatti, la sensazione che stia per succedere qualcosa di terribile e spaventoso (nell'ambito della salute, degli incidenti, delle
finanze o della propria presenza mentale) si associa, da una parte, ad una serie di pensieri tipici e dall'altra alle emozioni spiacevoli che tali pensieri sono in grado di elicitare, come
indicato di seguito:
- Pensieri Automatici Negativi (PAN) legati allo schema di vulnerabilità’: “forse sto sviluppando una grave malattia”, “finirò senza soldi come un barbone”, “perderò il lavoro e la famiglia mi abbandonerà”, “finirò per avere un esaurimento nervoso e perderò il controllo” ecc.…
- Emozioni spiacevoli da essi indotte: come ansia, paura, agitazione, preoccupazione costante, inquietudine, senso di angoscia ecc.… (con correlati psicofisiologici come tachicardia, fame d’aria, tremore, tensioni muscolari, disturbi del sonno e dell’alimentazione, disturbi allo stomaco e all’intestino ecc…)
- Comportamenti: evitamento di tutto ciò che induce la paura e l’ansia (come accade in ci soffre di attacchi di panico ed evita tutte le situazioni in cui teme di poterne avere uno), comportamenti “protettivi” inadeguati ed irrazionali che limitano la vita sociale e personale, riducendone la qualità, e che rinforzano le paure iniziali irrazionali.
Il PENSIERO CATASTROFICO - paure ingigantite ed irrazionali e sottovalutazione delle proprie capacità - è alla base dello schema di vulnerabilità e dei disagi che esso porta nella vita di chi ne soffre: tipicamente infatti porta a saltare alle conclusioni peggiori, facendoci sentire contemporaneamente impotenti ed incapaci di fare fronte alla situazione, come se fossimo ancora dei bambini inermi.
Origine della trappola di vulonerabilità
- Un evento traumatico o la morte di un genitore che porta a vedere il mondo come una giungla di pericoli terribili
- Dall’osservazione e dall’apprendimento che ha luogo quando un genitore soffre di questo stesso schema: un genitore fobico o estremamente ansioso su tematiche specifiche come denaro, malattie, perdita del controllo, aggressioni, incidenti ecc.
- Da bambini si è stati spesso ammalati o si è stati vittima di un incidente o altro evento traumatizzante
- Un genitore iperprotettivo che ha trasmesso la convinzione tacita che si è troppo fragili e vulnerabili ed incapaci di cavarsela da soli (in questo caso spesso è presente anche uno schema disfunzionale di Dipendenza dall’altro), oppure un genitore che metteva costantemente ed eccessivamente in guardia contro pericoli e malattie
- Un genitore che non ci ha protetto come avrebbe dovuto, portandoci a vivere l’ambiente circostante come estremamente pericoloso dal punto di vista psicologico, finanziario o fisico (in associazione spesso con schemi di abuso e sfiducia, o di deprivazione emotiva).
Come capire quando agisce nella relazione?
Solitamente, le persone che hanno questo schema attivo, tendono a scegliere partner che siano protettivi e che si prendano cura di loro; in questo modo però se da una parte trovano sollievo dal disagio di sentirsi perennemente in pericolo o incapaci, dall’altra si impediscono di imparare ad agire autonomamente e ad apprendere a fare fronte in modo autonomo e maturo alle difficoltà della vita. In questo modo non fanno che rinforzare la convinzione che è alla base dello schema disfunzionale: il mondo è pericoloso ed io non sono capace di cavarmela da solo.
Ecco alcun campanelli d’allarme che ci avvisano che agiamo nella relazione sotto l’influenza dello schema:
· Scegliete partner forti propensi a proteggervi e a sostituirsi a voi nelle scelte e nelle azioni
·Vi preoccupate soprattutto di trovare partner forti fisicamente e molto stabili e forti
finanziariamente
· Vi sentite attratti da coloro che sono disposti ad ascoltarvi e darvi sostegno concreto e rassicurazioni
Come uscire dalla trappola della vulnerabilità?
- Comprendete da dove origina la vostra vulnerabilità: chiedetevi quale dei fattori di origine indicati in precedenza vi riguarda
- Fate un elenco delle vostre paure più frequenti e tipiche
- Scrivete le situazioni che vi preoccupano o spaventano di più e mettetele in ordine di gravità
- Stilate un promemoria di ciò che potreste fare per agire concretamente e superare tali paure
- Chiedete alle persone care di aiutarvi a superare le vostre paure, aiutandovi a ridimensionarle e stimolandovi ed incoraggiandovi ad agire autonomamente
- Valutate razionalmente il reale e concreto rischio che si verifichino le situazioni temute (fatevi aiutare da una persona cara)
- Mettetevi in contatto con il vostro “bambino interiore” spaventato e rendetevi cura di lui da persona adulta: consolatelo, rassicuratelo e ditegli che ci siete voi a prendervi cura di lui
- Esercitatevi nelle tecniche di rilassamento per gestire l’ansia
- Fate una lista delle paure mettendole in ordine crescente ed iniziate ad affrontarle una per una nella vita reale, partendo da quella che vi preoccupa di meno
- Gratificatevi con un piccolo premio ogni volta che fate un passo avanti nel superamento delle vostre preoccupazioni.
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Michi (mercoledì, 29 giugno 2016 19:55)
Articolo molto interessante e ricco di spunti di approfondimento. Mi riconosco in alcune descrizioni. Spesso si hanno paure "immotivate" apprese in modo inconscio dai genitori. Non è facile riconoscere quegli schemi perché a volte sono "la normalità" per te o perché "mi sono sempre sentito così". Poi arriva qualcosa che ti fa cambiare idea. Un attacco di panico improvviso o un'ansia che non ti abbandona, un senso di fragilità. Inizi a riflettere e finalmente ti decidi a cambiare. Quante resistenze. Ma si può fare. Si deve fare per noi stessi e per tutti quelli che ci vogliono bene. Le medicine aiutano nei tempi peggiori, ma una buona psicoterapia è fondamentale. Leggere e informarsi sui propri sintomi, senza diventare ossessivi, diventa un ulteriore aiuto nel cammino della consapevolezza di sé e verso una maggiore fiducia delle proprie forze, così a lungo sopite. Le catastrofi "immaginate" si possono affrontare con un sorriso. La "perfezione" tanto ricercata si può lasciare in un angolo e si impara a respirare a pieni polmoni la realtà così come è, così meravigliosamente priva di giudizio. Nuove opzioni e opportunità "non viste" appaiono ai nostri occhi, i nostri sentimenti ed emozioni non ci assalgono come tigri, ma le udiamo bussare alla nostra porta e ci sentiamo liberi di farli entrare o accompagnarli fuori dopo una breve sosta. Il cammino è lungo ma ne vale la pena.
Annalisa Barbier (mercoledì, 29 giugno 2016 21:19)
Gentile Michi,
grazie per il tuo commento incoraggiante ed acuto. Spero che possa essere di stimolo al cambiamento, per tutti coloro che soffrono per gli effetti della presenza invadente di questo schema disfunzionale nelle loro vite.
Carmine (martedì, 12 febbraio 2019 12:16)
Michi grazie per tuo commento mi a datto un po di forza ma avolta ritorno da zero mi sempre la mia vita non riesco andare avanti come il mio cervello non riesce a controlare ci provero tutti i giorni ma sto sempre da capo ma mi sforzo di andare a vanti a volta pensi la vita e bella e mi tira su