Possiamo definire l’autostima come la capacità di avere stima e fiducia nei confronti di se stessi. Si tratta d un’attitudine che viene principalmente influenzata dalle prime relazioni che intratteniamo con le figure di riferimento – soprattutto i nostri genitori -, ma che necessita di continua cura e stimolo da parte di ognuno di noi.
L’autostima si coltiva attraverso il rispetto di sé e delle proprie caratteristiche, l’accoglimento dei propri limiti, la capacità di darsi da fare per ottenere ciò che si desidera, ma soprattutto attraverso la capacità di riconoscere e far rispettare i propri valori, ciò che è importante per sé e la capacità dunque di imprimere alla propria vita una direzione coerente con il raggiungimento di ciò che si desidera davvero.
Tra gli aspetti che sono in grado di influenzare l’autostima è anche lo stile comunicativo, la capacità di comunicare in modo efficace e coerente con gli altri: è molto importante dunque fare attenzione a ciò che avviene dentro di sé, mentre ci si relaziona con gli altri.
Infatti, il dialogo interno - cioè ciò che diciamo costantemente a noi stessi, i giudizi, le frasi e le affermazioni che pronunciamo dentro di noi – e le parole che si tende ad utilizzare automaticamente nella comunicazione, possono influire sullo stato d’animo, e sull’impressione che si trasmette all'interlocutore.
Ad esempio, una persona che spesso ricorre mentre parla ad affermazioni come: “non credi?” oppure “sei d’accordo?” potrebbe dare l’impressione di ricercare approvazione, mentre una persona che continuamente ricorre all’uso di “se” e “ma” potrebbe far pensare di sé che è dubbiosa ed incerta.
La comunicazione interpersonale comprende tre aspetti principali:
- Comunicazione verbale: il linguaggio, sia scritto che orale;
- Comunicazione non verbale: che comprende le mimiche facciali, gli sguardi, i gesti o la postura durante la comunicazione;
- Comunicazione paraverbale: ossia il tono della voce, il volume ed il ritmo della voce di chi parla. Comprende eventuali pause o altre espressioni sonore che come lo schiarirsi la voce.
È importante essere presenti a se stessi e consapevoli di come ci si sente e di cosa si pensa, mentre si comunica con gli altri. Ci sono parole che ci fanno sentire bene ed altre che creano in noi tensione e disagio. A volte percepiamo che il tono della nostra voce è “strano” e quasi non ci appartiene, altre volte invece percepiamo una coerenza ed un’armonia perfette tra ciò che vogliamo comunicare ed il modo in cui riusciamo a farlo.
Anche la postura che assumiamo durante la comunicazione ha un impatto importante sullo stato d’animo nostro e dell’interlocutore e sul modo in cui noi e l’altro ci percepiamo: comunicare da una posizione agevole, comoda e dignitosa favorisce sicuramente una comunicazione più fluida ed efficace rispetto a quella che potremmo avere se parlassimo da una posizione scomoda o spiacevole.
Pensiamo ad esempio a come ci sentiremmo se dovessimo comunicare una decisione importante ad una persona cara stando seduti in una posizione scomoda, magari con la schiena piegata in modo innaturale o la testa bassa … Ora invece pensiamo a come ci potremmo sentire se la nostra schiena fosse ben dritta e noi fossimo seduti in posizione comoda; sicuramente avremmo una maggiore capacità di esprimere con chiarezza e calma i concetti desiderati.
Anche la postura dunque ha importanza nella comunicazione.
Comunicare al meglio ci aiuta a coltivare migliori relazioni ed una migliore autostima, intesa come fiducia nella nostra capacità di ascoltare, conoscere, esprimere ciò che vogliamo e sentiamo. E anche di cavarcela nelle situazioni difficili…
Ecco di seguito alcuni suggerimenti per imparare una comunicazione che permetta crescita ed apertura:
1) COMUNICA IN UNA POSIZIONE COMODA: schiena dritta, corpo rilassato favoriscono la calma e la riflessività, e contrastano risposte o reazioni impulsive.
2) IMPARA A DIRE “SI”: aprirsi alla comunicazione può essere molto utile in una comunicazione sana. Ci aiuta a metterci in gioco, sperimentare e riflettere in modo nuovo sulle cose… e questo accresce la nostra autostima perché ci rende più elastici e capaci di avere diversi punti di vista. Significa anche imparare a rinunciare a tutte quelle espressioni che denotano chiusura, mancanza di disponibilità e rigidità: “No, non hai capito volevo dirti che…” oppure “No assolutamente non sono d’accordo” o anche “no, intendevo dire che…” sono espressioni di chiusura. In molti casi possono essere sostituite da espressioni che denotino apertura e disponibilità, se non altro, almeno ad ascoltare.
3) PARLARE MENO, PARLARE MEGLIO: una buona autostima si nutre di concetti chiari e coerenti. Usare parole inutili, frasi ridondanti, premesse infinite prima di arrivare al punto importante del discorso non fa che rendere la comunicazione farraginosa, ambigua e a volte persino noiosa. Imparare ad utilizzare le parole necessarie e sufficienti ad esprimere con chiarezza un concetto è importante e rispettoso per il nostro tempo, il nostro benessere e quello dell’altro. Inoltre, parlarsi addosso, non solo non ci fa comunicare meglio ma rischia di chiuderci nel circolo vizioso della lamentela, ci allontana dalla realtà chiudendoci in una serie concentrica e potenzialmente infinita di concetti e pensieri autoreferenziali.
4) PRENDI UNA PAUSA: ci fanno una domanda imbarazzante? Dobbiamo fare una telefonata importante? Dobbiamo comunicare una notizia spiacevole? Sono situazioni molto frequenti. Imparando a restare per un attimo in silenzio prima di rispondere o prima di iniziare una conversazione importante, ci permettiamo di entrare in contatto con noi stessi, con la parte di noi che conosce meglio ciò che sentiamo e di “fare il punto” su ciò che vogliamo o dobbiamo dire.
5) ATTENZIONE AL CONDIZIONALE: quante volte ci accorgiamo di parlare utilizzando il condizionale? “se avessi più tempo libero sarei più felice”, oppure “se fossi più magra avrei più successo” ecc… oppure ci rendiamo conto di parlare al futuro o al passato? Succede molto spesso ed è una specie di trappola della comunicazione – sia interna che con l’altro – poiché distoglie l’attenzione dal presente e dalle sue potenzialità e ci proietta in un tempo inesistente (futuro o passato) in cui non posiamo agire. Mentre nel presente possiamo agire. Ipotesi, dubbi e proiezioni indeboliscono la nostra autostima perché ci allontanano da noi stessi e dalla nostra capacità di agire nel presente. L’autostima si nutre di azione consapevole nel presente, non di dubbi, recriminazioni e paure.
6) ATTENZIONE AI “SE” E AI “MA”: quando si dice “se” si parla di qualcosa in potenza, che non è ancora avvenuto, o che non posiamo più modificare: “se avessi fatto quella telefonata, oggi staremmo ancora”, oppure “se decidessi di vendere la casa, potrei fare finalmente quel viaggio che desidero…”. In questi casi occorre fare attenzione a non sostituire la realtà e l’azione nella realtà, con pensieri e riflessioni sterili, che certamente non aiutano la nostra autostima che, lo ripeto, ha per crescere ha bisogno di coraggio, contatto e azione nel momento presente.
Come acquisire maggiore autostima
PERCHÉ NON PORTO MAI A TERMINE LE COSE?