A cura della Dott.ssa Annalisa Barbier
COS’E L’OBESITA?
L’obesità ed il sovrappeso sono condizioni dovute a un eccessivo accumulo di grasso nel corpo, tale da interferire con l’equilibrio delle normali funzioni dell’organismo e rappresentando quindi un fattore di rischio per la salute.
QUANTI OBESI CI SONO IN ITALIA?
In Italia, il 33,1% della popolazione è in sovrappeso (41% degli uomini e 25,7% delle donne) e il 9,9% è obesa. Dai dati ISTAT si evincono alcuni elementi interessanti:
L’obesità è più diffusa al Sud: in Abruzzo, Molise, Campania, Puglia e in Basilicata dove riguarda più del 40% del campione esaminato, e dove alcune abitudini alimentari e la scarsa percezione del fenomeno rendono tale condizione maggiormente frequente nella popolazione.
L’obesità cresce con l’età: 2,6% per la fascia 18/24; 15,6% per la fascia 65/74 (valore massimo); 11,7% per gli over 84.
Fonte: dati Istat, indagine Multiscopo – Aspetti della vita quotidiana, 2001 e 2007; Indagine Progetto Okkioallasalute, 2008
Ricordiamo che, sebbene non si possa parlare di vera e propria cronicizzazione dell’obesità nei bambini, è possibile notare condizione di grave sovrappeso che costituiscono un serio rischio per l’obesità adulta.
Dai dati rilevati nel 2012 risulta che il 22,1% dei bambini di 8-9 anni è in sovrappeso ed il 10,2% in condizioni di obesità. I dati sono lievemente migliorati rispetto al 2010 ma si tratta di valori ancora molto elevati.
Anno |
% di bambini sovrappeso |
% di bambini obesi |
Campione di riferimento (età 8-9) |
2008 |
23,6% |
12,3% |
45.000 |
2010 |
23% |
11% |
42.000 |
Fonte: sistema di monitoraggio “Okkio alla SALUTE ”, su bambini di circa 8-9 anni.
Si possono notare i seguenti aspetti di diffusione e prevalenza dell’obesità nei bambini:
Obesità infantile prevalente al sud rispetto al nord: le regioni con più alta densità sono Campania, Sicilia, Calabria, Molise.
PERCHE SI INGRASSA?
Si ingrassa quando c’è uno squilibrio tra la quantità di calorie ingerite (attraverso l’alimentazione) e la quantità di calorie bruciate (attraverso il metabolismo e l’attività fisica). Le cause di questo squilibrio sono legate all’interazione di diversi fattori:
Questione di geni: i geni definiscono le parti del corpo in cui si accumula il grasso, la quantità di grasso che viene accumulato, la velocità e l’efficacia con cui si trasformano i grassi in energia quindi si bruciano calorie (metabolismo).
Genitori obesi o obesità nell’infanzia: avere genitori obesi o essere stati obesi durante l’infanzia rappresentano fattori predisponenti al sovrappeso sia per questioni legate agli stili di vita, che per fattori genetici. L’obesità infantile è uno dei maggiori fattori di rischio per l’obesità in età adulta.
Essere Donne: Purtroppo noi donne rischiamo maggiormente il sovrappeso poiché abbiamo meno massa muscolare rispetto agli uomini e quindi consumiamo meno calorie di loro. Inoltre, in seguito alla menopausa e ai cambiamenti ormonali che essa induce, il rischio di sovrappeso per noi aumenta.
Età: invecchiando, il rischio di obesità aumenta perché si tende a svolgere minore attività fisica e ad essere maggiormente sedentari (anche per questioni legate a patologie articolari) e perché la massa muscolare si riduce notevolmente, e con essa il consumo basale di calorie.
Stile di vita:
Fumo: smettere di fumare può aumentare il peso corporeo a causa di due fattori concomitanti: riduzione del ritmo con il quale il corpo brucia le calorie (la nicotina lo aumentava); tendenza a piluccare cibo per sostituire inconsapevolmente con esso la sigaretta, introducendo quindi maggiori calorie nell’organismo. Ma nonostante ciò, SMETTERE DI FUMARE E’ ASSOLUTAMENTE CONSIGLIATO.
Gravidanza
Assunzione di farmaci: alcuni farmaci come gli antiepilettici, i glucocorticoidi, l’insulina, alcuni antipsicotici ed antidepressivi, alcuni farmaci che contrastano l’ipertensione, sono responsabili di indurre come effetto secondario, un certo aumento di peso.
- lesioni ipotalamiche con conseguente alterazione del senso di fame e di sazietà
- ipotiroidismo
- ipogonadismo
- policistosi ovarica
- sindrome di Cushing
- diabete mellito
- insulinoma
QUALI SONO I RISCHI PER LA SALUTE?
L’obesità può nel tempo portare allo sviluppo di patologie a carico del sistema cardiovascolare ed endocrino: le persone obese possono sviluppare patologie quali diabete, diabete, dislipidemia (eccessiva quantità di colesterolo e trigliceridi nel sangue), infarto, ictus, malattie respiratorie (apnee notturne), problemi gastrointestinali, irregolarità mestruali, problemi a carico delle articolazioni dovuti all’aumento ponderale.
La SINDROME METABOLICA è una condizione clinica meritevole di attenzione per via della sua gravità e diffusione. Con questo termine non si indica una singola patologia ma un insieme di fattori predisponenti che insieme collocano il soggetto in una fascia di rischio elevata per malattie come diabete, problemi cardiovascolari in genere e steatosi epatica (fegato grasso).
Nella sindrome metabolica devono essere presenti CONTEMPORANEAMENTE ALMENO TRE DEI SEGUENTI fattori di rischio:
La sindrome metabolica interessa quasi la metà degli adulti al di sopra dei 50-60 anni, dato allarmante ma che verosimilmente crescerà nei prossimi anni sulla scia del dilagare dell'obesità infantile. Il fattore di rischio più importante è infatti IL SOVRAPPESO: tanto più questo è accentuato e tanto maggiori sono le probabilità di essere colpiti dalla sindrome metabolica. Un eccesso di grasso corporeo, soprattutto se concentrato nella regione addominale, porta ad uno squilibrio del metabolismo dei grassi e degli zuccheri che ha come risultato finale l'iperinsulinemia (elevato livello di insulina nel sangue, indice di un'aumentata resistenza a questo ormone). Mentre nei casi più gravi questa situazione peggiora fino a causare in breve tempo la comparsa del diabete, in quelli più lievi si insatura una condizione plurifattoriale conosciuta come sindrome metabolica. Il riscontro di valori elevati di insulina nel sangue, a fronte di valori pressoché normali di glicemia, rappresenta un indice indiretto di tale condizione.
Il rischio di sviluppare la sindrome metabolica aumenta con l'età ed è quasi sempre una diretta conseguenza di STILI DI VITA ERRATI:
Ridotta attività fisica
Alimentazione scorretta
Abuso uso di alcolici
Fumo
Dato che oggi anche molti bambini e ragazzi fanno i conti con i chili di troppo, l'incidenza della sindrome metabolica è in aumento anche tra giovani adulti ed adolescenti.
COMPORTAMENTO ALIMENTARE E OBESITA’
Si possono individuare tre principali tipologie di comportamento alimentare alla base dell’eccesso di peso, alle quali concorrono cause psicologiche e comportamentali:
Iperfagia prandiale: questo disturbo è caratterizzato dall’assunzione di grandi quantità di cibo prevalentemente durante i pasti. Le principali caratteristiche psicologiche dell’iperfagia sono: il piacere per il cibo, il controllo sulle quantità assunte, l’aspetto conviviale legato ai pasti e l’assenza di malessere psicologico legato agli eccessi alimentari. L’iperfagia prandiale è spesso il risultato di abitudini familiari solide e ripetute negli anni ed è non di rado si associa a stereotipi culturali legati all’alimentazione e alla cultura del paese di provenienza. Gli eccessi alimentari durante i pasti possono determinare l’insorgenza di una obesità marcata qualora tale comportamento sia frequente, ma il peso può rimanere entro i limiti del sovrappeso (BMI<30) se le mangiate restano episodiche o sporadiche.
Grignottage(piluccamento): consiste nel mangiucchiare frequentemente modeste quantità di cibo - prevalentemente cibi dolci e grassi quindi ipercalorici - in risposta alla comparsa di un disagio psicologico o fisico. Il grignotteur, così come l’iperfagico non si abbuffa ed apprezza quello che sta mangiando; diversamente dall’iperfagico però questi mangia prevalentemente per noia, ansia o frustrazione. Ad un esame psicologico si possono riscontrare bassa autostima, tratti ansiosi di personalità o vere e proprie sindromi ansioso-depressive, in genere di modesta gravità.
Binge Eating Disorder (o disturbo da alimentazione incontrollata): si tratta in questo caso di un disturbo più importante e psicologicamente complesso rispetto ai due precedenti. Il comportamento alimentare in questo caso, è caratterizzato da abbuffate episodiche accompagnate dalla sensazione di perdita di controllo e seguite da sensi di colpa, sensazione di inadeguatezza e fallimento e riduzione del tono dell’umore. Per abbuffata si intende un episodio alimentare caratterizzato dall’introduzione di una grande quantità di cibo (assai superiore a quella che la maggior parte delle persone mangerebbe in un periodo di tempo e in circostanze simili) accompagnata dalla sensazione di perdita del controllo su ciò che si sta facendo.
QUALI SONO I FATTORI PSICOLOGICI LEGATI ALL’OBESITA’?
Frequentemente, I disturbi del comportamento alimentare si accompagnano a disturbi d’ansia e lieve o importante depressione del tono dell’umore; tali disturbi possono essere successivi all’aumento del peso corporeo oppure essere alla base dell’insorgenza dei comportamenti alimentari sbagliati.
La fame è regolata da meccanismi fisiologici che ne bloccano lo stimolo una volta che l’organismo si è nutrito a sufficienza. In alcuni casi, tali processi vengono alterati da comportamenti alimentari irregolari che inevitabilmente sfociano nell’obesità. Non è infrequente che le persone che soffrono di obesità e disturbi alimentari, abbiano anche una scarsa stima di sé e tendano a considerare inutili i tentativi di perdere peso e a pensare di non essere in grado di “guarire” e tornare ad un peso più sano.
Associate all’obesità, possiamo trovare:
• ANSIA
• DEPRESSIONE
• SCARSA AUTOSTIMA
• INSODDISFAZIONE CORPOREA
• RELAZIONI INTERPERSONALI PROBLEMATICHE
• DIFFICOLTA’ NEL GESTIRE LE EMOZIONI
Gli obiettivi della terapia dell’obesità si possono riassumere semplicemente in due passaggi:
Che siano presenti o meno fattori di rischio per sviluppare sovrappeso ed obesità, è comunque consigliabile controllare che il peso corporeo non diventi eccessivo, attraverso alcuni semplici accorgimenti: attività fisica regolare; alimentazione corretta/dieta; costanza nell’attenersi ad un programma di controllo del peso.
ATTIVITA’ FISICA REGOLARE
ad esempio, camminare, pedalare o nuotare tutti i giorni per almeno 50-60 minuti, senza interruzioni. L’esercizio fisico regolare ha effetti ottimi sulla salute:
Induce la perdita di peso corporeo
Riduce il grasso corporeo, in particolare quello addominale insulino- resistente
Aiuta a prevenire il diabete di tipo II migliorando la sensibilità all’insulina
Previene le malattie cardiovascolari
Riduce i lipidi nel sangue
Riduce il colesterolo "cattivo" LDL
Riduce i livelli di pressione arteriosa in modo rilevante
ALIMENTAZIONE CORRETTA
Il primo intervento nella lotta alla sindrome metabolica è la dieta associata ad attività fisica. La dieta per la sindrome metabolica è finalizzata al ripristino dell'omeostasi generale; per raggiungere tale scopo, è necessario prima di tutto effettuare un dimagrimento utile ed incisivo sui parametri metabolici, riducendo la massa grassa e (possibilmente) tonificando/ipertrofizzando quella magra. La dieta per la sindrome metabolica deve presentare alcune caratteristiche ben precise; riassumendole:
IPO-caloricità, circa il 70% delle kcal necessarie al mantenimento del peso: ciò dovrebbe consentire un dimagrimento NON inferiore a 3kg/mese
Moderazione di tutte le porzioni e del carico glicemico dei pasti (moderazione del picco insulinico)
Equilibrio nutrizionale: grassi al 25% delle calorie totali principalmente insaturi. Proteine da 0,75 a 1,2g/kg di peso fisiologico desiderabile con un valore biologico elevato. Carboidrati totali per il rimanente 55-60%, con un apporto di saccarosio che NON superi il 10% dell'energia totale e quello di zuccheri semplici che rimanga compreso tra il 10-16%. Abolizione dell'alcol o limitazione a ½ o una unità alcolica al giorno - SOLO da vino rosso. Apporto di tutte le vitamine e dei sali minerali. Apporto di almeno 30g/die di fibra alimentare (modulatrice dell'assorbimento di grassi e zuccheri, regolatrice della peristalsi intestinale, saziante). Ridotto apporto di colesterolo. Apporto significativo di alimenti ricchi di antiossidanti, fitosteroli, lecitina e altre molecole utili all'organismo. Predilezione per alimenti contenenti carboidrati a medio-basso INDICE glicemico (per ridurre il picco insulinico). Predilezione per alimenti ricchi di acidi grassi essenziali della famiglia ω3 e ω6 (riducono i trigliceridi nel sangue, hanno un'azione positiva sul colesterolo, riducono la pressione arteriosa, e se assunti nel giusto rapporto fluidificano il sangue e sono anti-infiammatori). Eliminazione del sale da cucina aggiunto e limitazione degli alimenti conservati. Aumento degli alimenti grezzi e integrali, soprattutto quelli ad ampio contenuto di potassio e magnesio. Eliminazione degli alimenti dolci. (FONTE: http://www.my-personaltrainer.it/alimentazione/esempio-dieta-sindrome-metabolica.html)
Esistono inoltre numerosi INTEGRATORI utili alla dieta e per prevenire la sindrome metabolica. Si consiglia di richiedere il parere di un medico prima di deciderne l’assunzione (FONTE: http://www.my-personaltrainer.it/alimentazione/esempio-dieta-sindrome-metabolica.html):
Fibra viscosa, nel caso non venga raggiunto l'apporto minimo di 30g/die (moderatrice dell'indice glicemico, chelante del colesterolo, preserva l'integrità dell'intestino ecc.)
Acidi grassi essenziali della famiglia ω3 (abbassano la pressione, fluidificano il sangue, abbassano i trigliceridi ecc.)
Lecitina (riduce l'assorbimento del colesterolo e ne migliora il metabolismo)
Fitosteroli (riducono l'assorbimento del colesterolo)
Amminoacido arginina (ottimizza la pressione sanguigna)
Potassio e magnesio (il potassio ottimizza la pressione sanguigna e il magnesio è un potente alcalinizzante)
Polifenoli